Sta viaggiando verso la Terra e si disintegrerà a contatto con l’atmosfera: è il satellite Goce, lanciato nello spazio nel marzo del 2009 dall’Agenzia spaziale europea (Esa). Ma non è noto sapere dove i frammenti del velivolo andranno a depositarsi, tra la notte di domenica e lunedì. E la Protezione civile non esclude il rischio che alcuni di essi possano cadere in Italia.
NESSUN DANNO – Il satellite ha esaurito lo scorso 21 ottobre il carburante e ha iniziato a scendere di quota. Secondo gli scienziati sarebbe a circa 100 miglia dall’atmosfera terrestre e a monitorare la caduta del veicolo spaziale sarà l’Inter-Agency Space Debris Coordination Committee, il comitato di coordinamento tra le varie agenzie spaziali supportato dallo Space Debris Office dell’Esa. Per adesso gli studiosi non sono in grado di definire i luoghi in cui atterreranno i frammenti del veicolo spaziale, tuttavia assicurano che essi non arrecheranno alcun danno: «Gli esseri umani hanno 250.000 probabilità in più di vincere la lotteria che di essere colpiti dai resti del satellite» hanno rassicurato gli esperti dell’Esa.
TRE FINESTRE «Quando e dove gli eventuali frammenti del satellite cadranno sulla terra non può ancora essere previsto -rileva la Protezione Civile- Al momento, all’interno dell’arco temporale che va dalla sera di sabato alla tarda mattinata dell’11, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio». Al momento sono tre le finestre di interesse per l’Italia: «dalle 8.26 alle 9.06 di domenica 10 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni».
«STATE IN CASA»- Pur considerando l’elevata incertezza della situazione e la rarità di eventi di questo tipo, la Protezione civile ritiene «poco probabile che i frammenti causino il crollo di strutture: per questo sono da scegliere luoghi chiusi». Rileva inoltre che «i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici» e infine che «all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi)»
MISSIONE – In quattro anni di viaggio nello spazio, Goce (Gravity Ocean Circulation Explorer) ha realizzato una mappa globale del campo gravitazionale terrestre e ciò permetterà di comprendere meglio le variazioni dei livelli del mare e dei modelli della circolazione oceanica. Già nel 1987 un satellite dell’Esa rientrò senza controlli sulla Terra. Come ha spiegato Heiner Klinkrad, professore dell’agenzia spaziale continentale, tutto dovrebbe procedere senza particolari problemi: «Al momento non siamo in grado di stabilire dove avverrà il rientro, ma siamo in contatto con le agenzie di protezione civile di tutta Europa in modo da ottenere istantaneamente le informazioni necessarie nel caso in cui i resti del satellite cadano in zone abitate. Da quando fu lanciato lo Sputnik a fine anni cinquanta, sono rientrate sul nostro pianeta circa 15.000 tonnellate di satelliti. La maggior parte si è disintegrato a contatto con l’atmosfera a causa del riscaldamento aerotermico. Solo dal 10 al 40% della massa iniziale è sopravvissuta al rientro. E i frammenti hanno sempre raggiunto la superficie terrestre a una velocità ridotta»
fonte corriere.it
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