Sbarco sulla luna, come avrebbe fatto Stanley Kubrick a metterlo in scena

L’uomo sulla luna, uno degli argomenti più amati e controversi da quel lontano 1969, tante teorie, tante ipotesi, tanti complotti, ma quanta verità?

Vi sono vicende talmente straordinarie che spesso si trovano a campare più di fantasia che di realtà. Si finisce ad un certo punto col non capire quale sia il confine tra quello che c’è di vero e ciò che è stato abilmente ricostruito.

Astronauta che sbarca sulla luna
Sbarco sulla luna il complotto (foto Ansa) – GazzettinoDelGolfo.it

Una delle vicende storiche più tormentate riguarda lo sbarco sulla luna, la missione Apollo 11 partita il 16 luglio 1969 alle ore 13.32 che aveva come equipaggio Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. Secondo quanto riportato dalle trasmissioni dell’epoca in merito all’allunaggio il 20 luglio 1969 alle 20.17 Armstrong fu il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare. Aldrin lo raggiunse 19 minuti più tardi.

Il terzo membro, Michael Collins rimase in orbita lunare e si riunì con gli altri due astronauti per pilotare il modulo di comando Columbia. La missione si concluse il 24 luglio con l’ammaraggio nell’oceano Pacifico.

Questo è ciò che storicamente venne reso noto. Un’intera generazione ha potuto vedere in diretta televisiva e seguire via radio tutto il percorso degli astronauti. Noi altri abbiamo potuto vedere i numerosi film, documentari e letto libri che parlava di questa vicenda, altri ancora hanno deciso che dietro tutto questo dovesse esserci per forza una bufala.

Per quale motivo? C’è sempre una buona ragione per parlare di complotto, di cospirazione, di frottola. In questo caso si tratta di un piano molto ben orchestrato dove vi è anche coinvolto uno dei più importanti registi di tutti i tempi.

Il complotto sull’allunaggio, che cosa è accaduto realmente

Vi è una teoria in merito al complotto lunare, definita Moon Hoax. Questa riguarda l’ipotesi in base alla quale la missione del programma Apollo non avrebbe portato gli astronauti sulla Luna e che tutte le prove sarebbero quindi state falsificate dalla NASA, ovviamente in combutta con il governo degli Stati Uniti. Un uomo sulla luna era qualcosa di troppo grande per essere accettato e alcune persone semplicemente non l’hanno fatto.

Dove sono gli hotel sulla luna che ci erano stati promessi? I parchi di divertimento, e le navette lunari? Dove sono le città che a quest’ora dovrebbero essere state edificate, quello che ci attendevamo dopo lo sbarco sulla luna? È stato con l’Apollo 11 che è iniziata la cultura della cospirazione e delle fake news di cui ai giorni nostri paghiamo tanto le conseguenze.

Per quale motivo sono iniziate a girare queste ipotesi? È bene tornare un po’ indietro nel tempo quando come presidente degli Stati Uniti c’era John F. Kennedy, ebbene fu lui a promettere che avrebbe mandato un uomo sulla Luna entro il decennio. Peccato che all’epoca erano i sovietici quelli con una marcia in più riguardo la missilistica, gli americani erano al top in un altro ambito: quello cinematografico.

Astronauta con la luna sullo sfondo
Il complotto sull’allunaggio, cosa è accaduto realmente (foto Ansa) – GazzettinoDelGolfo.it

La stragrande maggioranza delle teorie ha avuto origine grazie ad un solo uomo: William Kaysing. Questi lavorava per la Rocketdyne che produceva motori a razzo e sistemi di propulsione missilistica. Kaysing era ossessionato dal programma spaziale e quando nel 1963 lasciò l’azienda decise di mettere nero su bianco la sua posizione.

Mise le sue teorie in un libro autopubblicato nel 1976 dal titolo: Non siamo mai andati sulla Luna: la truffa da trenta miliardi di dollari dell’America. In questo libro l’uomo ha potuto raccogliere tutte quelle che a suo avviso erano delle incongruenze e che dimostravano in modo incontrovertibile come in realtà tutto sia stato semplicemente una bufala.

L’atterraggio sulla luna falsificato, i punti salienti di Kaysing

Secondo Kaysing la prima evidente prova che si è trattato di una messa in scena è la bandiera, la vecchia gloria a stella e strisce. Questa sarebbe dovuta essere ‘molle’ e senza vita, mentre invece nelle foto sventolava. La spiegazione è che: consapevoli del fatto che la bandiera sarebbe stata flaccida, e ritenendo che una bandiera in quelle condizioni non avrebbe urlato al mondo la sua vittoria, gli ingegneri avrebbero dotato il palo di una trave trasversale su cui appendere la bandiera.

Due astronauti montano la bandiera degli Stati Uniti su suolo lunare
L’atterraggio sulla luna falsificato, i punti salienti di Kaysing (Foto screen YouTube @Cosmoknowledge) – GazzettinoDelGolfo.it

Un altro dato controverso è la luce. Sulla luna l’unica fonte di luce è il sole. Eppure nelle immagini dello sbarco si vedono le ombre degli astronauti cadere in tutte le direzioni suggerendo la presenza di diverse fonti di luce, proprio come in uno studio cinematografico. Va specificato che durante gli atterraggi c’erano diverse fonti di luce, queste provenivano dal sole, dalla terra, dal lander e dalle tute spaziali degli astronauti.

Blast Circle, se la NASA avesse fatto atterrare il velivolo sulla luna questo avrebbe lasciato un’impronta nei punti in cui i jet si sono accesi al momento del decollo. Come si può vedere nelle foto non ce ne sono. Altro dettaglio secondo il complottista: mentre Neil Armstrong compiva il famoso primo passo, il primo uomo per l’appunto, chi lo stava riprendendo? La spiegazione sarebbe una telecamere montata sul lato del modulo lunare.

Cosa sarebbe realmente accaduto secondo Kaysing e la teoria di Kubrick

Secondo William Kaysing sarebbe stato tutto magistralmente orchestrato come ci si può aspettare da una potenza come gli Stati Uniti d’America. Secondo l’uomo gli astronauti sarebbero stati rimossi dalla nave poco prima del decollo e trasportati in Nevada per registrare la passeggiata lunare dal deserto.

Vi sono addirittura persone che sostenevano di aver visto Armstrong nella hall di un hotel con due ballerine al seguito e Aldrin che giocava alle slot machine. Sempre secondo la teoria di Kaysin gli astronauti sarebbero poi stati trasportati alle Hawaii e rimessi nella capsula dopo l’ammaraggio.

Ci vuole tanto coraggio per mettere in piedi una storia così fantasiosa e ce ne vuole ancora di più per tirare in ballo uno dei più grandi registi di tutti i tempi: Stanley Kubrick. Tutto ha avuto inizio con una semplice domanda: chi nel 1969 sarebbe stato in grado di mettere in scena una situazione del genere credibile? Chi se non il regista di 2001 Odissea nello spazio?

I tre astronauti all'anniversario dello sbarco
Sbarco sulla luna, cosa è realmente accaduto (foto Ansa) – GazzettinodelGolfo.it

Del resto fu proprio lui con il maestro della fantascienza Arthur C. Clarke ad inserire nel film il satellite artificiale, il GPS, lo smartphone, la stazione spaziale. 2001 ha ripreso un’idea che Clarke aveva esplorato nei suoi lavori precedenti, in particolare nel suo romanzo Childhood’s End : lo sbiadimento della razza umana.

La scena del film che all’epoca fece più scalpore è quella ambientata sulla luna, dove un gruppo di astronauti, nelle loro tute, scende in uno scavo. Sebbene girato in studio, sembra più reale degli atterraggi veri e propri. A rendere il tutto significativo le ombre e la luce, lo spazio e il modo in cui le persone si muovono.

Sempre secondo questa teoria con il passare degli anni Kubrick si sarebbe pentito di quanto fatto ma logicamente non poteva svegliarsi una mattina e confessare tutto. Si narra che quindi il regista lo fece nel modo che meglio conosceva: tramite un film, la pellicola in questione sarebbe Shining. Si dice che il regista abbia preso il manoscritto di Stephen King e abbia in effetti fatto alcune modifiche proprio per fare dei riferimenti al ‘finto sbarco’. Nel libro la stanza è la 217, il regista lo ha cambiato in 237, perché la luna in media dista 237.000 miglia dalla terra.

Secondo questa teoria l’Overlook Hotel rappresenta l’America, un tempo terra grandiosa poi caduta in rovina. Il custode ha il ruolo di mantenere la finzione mentre tutto crolla. L’uomo che assume Jack Torrance ha una bandiera americana al suo fianco e un’aquila dietro di lui. La tempesta invernale in cui viene travolto l’hotel sarebbe la Guerra Fredda che spinse JFK a fare la promessa di mandare un uomo sulla luna.

Il grande colpo di scena arriva quando Danny, il figlio del custode, che sta giocando in un corridoio del grande albergo con delle macchinine, vede arrivare dal nulla una palla. Il bambino si alza in piedi e rivela di indossare un maglione con sopra una decorazione: il razzo dell’Apollo 11 e nell’alzarsi in piedi è come se questo partisse e volasse. Quando Danny si avvicina alla stanza 237 quello sarebbe appunto l’allunaggio.

Perché non siamo più tornati sulla luna

Uno dei dati che spinge l’uomo a pensare che sulla luna non si sia mai arrivati è proprio il fatto che poi non si sia più riusciti a tornare. Com’è possibile che cinquant’anni fa sia stato fatto qualcosa che oggi con tutto il progresso in atto, non è possibile rifare? Sembrerebbe che il fattore principale a rendere complesso questo nuovo ritorno sulla Luna sia il vil denaro.

Infatti la missione Apollo all’epoca costò 120 miliardi di dollari attuali. È bene tuttavia specificare che i fondi destinati alla Nasa sono aumentati negli ultimi anni, da 21,5 miliardi del 2019 ai 24 miliardi del 2022, per il 2023 Biden ne chiese 26. In un report del 2005 si stimava che un nuovo programma di allunaggio sarebbe costato 104 miliardi di dollari, questo secondo Business Insider con l’inflazione del 2019 133 miliardi.

Astronauta scandaglia il terreno lunare
Perché non siamo tornati sulla luna – GazzettinodelGolfo.it

Di volta in volta ogni presidente americano si è visto in qualche modo ostacolato nel mettere in atto progetti spaziali. Si è sempre trattato di piani molto complessi che richiedevano anni di studi e ben più di due legislazioni di un presidente. Per questa ragione spesso finiscono nel dimenticatoio. Un altro fattore molto importante a cui generalmente non si pensa sono i rischi.

Negli anni Settanta ci fu un di desiderio di conquista, di fortuna e incoscienza e i rischi furono davvero moltissimi. Al giorno d’oggi non vi sono persone disposte a correre questo genere di pericoli. In base a questo quindi l’uomo potrebbe tornare sulla luna se vi sarà una buona combinazione di progresso, collaborazione tra governi e un controllo della sicurezza molto dettagliato.

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