Per quanto tempo devi conservare gli scontrini? Non buttarli subito o rischi di andare incontro a spiacevoli sorprese.
Ogni giorno vengono emessi miliardi di scontrini sia fiscali che non. Un enorme spreco di carta, si potrebbe pensare, ma in realtà questi talloncini apparentemente inutili hanno una funzione ben precisa. Servono a testimoniare l’avvenuto pagamento per l’acquisto di un prodotto o un bene di vario genere.
Inoltre, permettono di scampare possibili sanzioni e di effettuare il cambio della merce qualora se ne presenti la necessità. Fortunatamente per l’Ambiente, gli scontrini cartacei stanno via via venendo sostituiti da quelli elettronici.
Inoltre, è bene ricordare che non sono fatti di semplice carta, ma di carta termica. Quindi non sono riciclabili e vanno pertanto buttati nell’indifferenziato. Detto ciò, per quanto tempo dovremmo conservare gli scontrini per evitare di andare incontro a spiacevoli situazioni?
Anche se la maggior parte di noi li butta via praticamente pochi secondi dopo che sono stati emessi, in realtà gli scontrini andrebbero conservati per un determinato periodo di tempo, come prova dell’avvenuto pagamento per l’acquisto di un prodotto o di un servizio. Ciò potrebbe essere utile per giustificare una data spesa di fronte all’Agenzia delle Entrate ed evitare così possibili sanzioni.
In particolare, secondo quanto stabilito dalla Legge, gli scontrini fiscali si devono conservare per due anni. In questo modo, possono servire anche come garanzia dei prodotti acquistati. Bisogna, però, specificare che ciò non vale per le spese ordinarie. Vale a dire per l’acquisto di vestiario, generi alimentari, prodotti per la casa ed accessori vari. Questi articoli, infatti, siccome non concorrono alla formazione del reddito, non sono passibili di controlli da parte del Fisco.
Potrebbe tuttavia arrivare richiesta di giustificazione delle spese sostenute quando queste superano il 20% del reddito dichiarato dal contribuente. In tal caso potrebbe essere indispensabile esibire le ricevute delle spese relative al mutuo, alle assicurazioni e ai pagamenti dell’affitto. In tal caso, si ricorda che le ricevute devono essere conservate per 5 anni.
Tra le altre spese che potrebbero far scattare i controlli abbiamo anche quelle sostenute per i viaggi (biglietti del treno, dell’aereo, ricevute di hotel eccetera) e quelle per l’arredamento e per gli elettrodomestici. Però non si parla più di scontrini, ma di vere e proprio ricevute.
È bene, infine, tenere a mente che gli scontrini tendono a scolorirsi con il passare del tempo. Quindi, per poterli conservare per tutti gli anni necessari, bisogna prima fotocopiarli su carta normale. Oltre a quelli precedentemente elencati, si consiglia di non buttare mai via gli scontrini per le spese sanitarie e veterinarie, per l’istruzione e per i trasporti pubblici, in quanto servono anche per la dichiarazione dei redditi.
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