Da mesi il mondo della scuola è in agitazione contro il ddl del governo che, con arroganza e con rigidità, si rifiuta di ascoltare le proposte provenienti da chi la scuola la fa tutti i giorni. Il testo del disegno di legge approvato dalla Camera non risolve nessuna delle criticità; sono stati approntati cambiamenti marginali che non intaccano i punti salienti per i quali i lavoratori e le lavoratrici della scuola si oppongono con tutti i mezzi.
Tutto il mondo della scuola vuole salvaguardare un’idea di istruzione fondata sulla condivisione e sulla cooperazione, per una valorizzazione di tutte le professionalità e per il diritto allo studio di tutti e tutte. La diffusa partecipazione allo sciopero del 5 maggio, i documenti deliberati nei collegi dei docenti, le tante iniziative che si stanno realizzando (dai flash mob agli gli appelli, dallo sciopero della fame fino ad arrivare allo sciopero degli scrutini), rivelano la fermezza con cui il mondo della scuola intende proseguire nella sua lotta per sostenere il ritiro del ddl. L’ unico passaggio fondamentale, su cui il governo sta attuando un ignobile ricatto, è l’assunzione dei precari, per i quali SEL propone che si proceda con un decreto legge al fine di accelerare le immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico.
Esiste ancora una grande opportunità, ovvero che il Senato respinga il ddl e che il governo non utilizzi la fiducia per raggiungere il suo nefasto obiettivo.
E’ ormai chiaro che la filosofia che sottende alla riforma è la stessa del Jobs act: precarizzare, privatizzare, puntare alla meritocrazia arbitraria, aumentare i poteri di un uomo solo al comando, azzerare le relazioni sindacali, eliminare i contratti collettivi di lavoro, abolire tutti i diritti. Un vero e proprio stravolgimento della Costituzione, una continuità con il governo Berlusconi e con le logiche liberiste che favoriscono il pensiero unico.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a continui tagli che hanno prodotto effetti devastanti sulla Scuola pubblica, sull’idea della Scuola della Costituzione “di tutte e di tutti”, per lasciare spazio a logiche aziendalistiche e a continui finanziamenti alle scuole private.
La Scuola è il più alto presidio democratico e il bene più prezioso di una società. Lo hanno ben compreso tutti coloro che, negli ultimi cinquanta anni, si sono battuti per migliorarla: nell’organizzazione come nella didattica, nella pedagogia come nella partecipazione, nella valutazione come nell’integrazione. Docenti, intellettuali, lavoratori, studenti, cittadini hanno assunto su di sé l’impegno di garantire ai nostri figli una scuola pubblica di qualità secondo i dettami costituzionali.
Per questo oggi rivolgiamo un accorato appello affinché tutti si sentano coinvolti in un grande abbraccio verso il mondo della scuola pubblica. Dobbiamo stare al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della conoscenza, dobbiamo riappropriarci di un bene trasversale e collettivo, quale è la Scuola, dobbiamo impedire che la nostra Costituzione venga stracciata. Possiamo farcela, nulla è perduto se sosteniamo i nostri valori con passione, dobbiamo sfidare questo governo per ribaltare una logica autoritaria che vuole mettere fine alla Scuola Pubblica, alla Scuola intesa come Comunità educante.
Il disegno di legge va ritirato!
Assunzione immediata di tutti i precari!
Investimento nell’istruzione pari alla media europea!
Abrogazione dei finanziamenti alle scuole private!
Tutti in piazza il 5 Giugno al fianco della Scuola Pubblica!
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