Oltre 76 milioni di euro destinati ad interventi per il recupero e la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica vanificati dall’incapacità del presidente Zingaretti e della sua giunta di decidere.
Una incapacità messa nero su bianco nella delibera e nella determina conseguente con cui non si è riusciti a rispondere ai bisogni reali delle comunità che si è chiamati a rappresentare.
Per questa ragione ho scritto una nota all’assessore Refrigeri chiedendo se non sia il caso di rimodulare le decisioni assunte puntando sulle urgenze ed evitando finanziamenti a pioggia che certo non miglioreranno la sicurezza e la qualità degli edifici scolastici.
Al paradosso di suddividere i fondi per tutti i Comuni del Lazio, calcolando l’importo da erogare in base al numero di studenti in essi presente e non in base alle criticità e alle urgenze, se ne sono aggiunti altri. I finanziamenti sono stati suddivisi nel triennio 2015 – 2016 – 2017. Per il 2015 quindi ben 300 Comuni del Lazio, tra cui Amaseno, Itri, San Felice Circeo, Castelforte, Bassiano, Sperlonga e San Cesareo, percepiranno somme degne di un prefisso telefonico, che variano dai 2.700 ai 5.000 euro, per spendere le quali saranno costretti ad istituire una apposita commissione, formata dai migliori professionisti, che possa indicare come investirli per procedere al recupero e alla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica.
E quello che lascia basiti è che siamo di fronte a risorse irrisorie, per di più scaglionate, che saranno corrisposte agli Enti con articolazione commisurata alle disponibilità di bilancio e addirittura vincolate alla effettiva realizzazione della relativa fonte di finanziamento. Questo significa che non c’è alcuna certezza della loro erogazione a fronte di un impegno che graverà totalmente sui Comuni che sono venuti a chiedere grazia ed hanno ricevuto giustizia. Comuni che, come è noto, data l’esiguità dei bilanci non hanno e non avranno, nel triennio, la forza economica per sostenere e anticipare le risorse necessarie ai lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Ci rattrista e ci disorienta questa provvedimento perché non risponde a quello che è e deve essere il ruolo della Regione Lazio: amministrare per il bene delle comunità che rappresenta. Una Regione che, come in questo caso, si nasconde e non entra nel merito delle scelte è un Ente che si sottrae alla ragione stessa della sua esistenza. Avremmo preferito una Regione che si assumesse la responsabilità di effettuare e portare a termine delle scelte finanziando dei progetti precisi, magari solo nei Comuni di centrosinistra, anziché gettare nel calderone tali risorse. Perché in questo caso, almeno, le emergenze sarebbero state pesate, approfondite e risolte.
La Regione deve sapere come ottimizzare l’efficacia degli investimenti basandosi sulla conoscenza delle singole realtà e non optare per vie ragionieristiche che sulla carta, forse, hanno un senso ma che nei fatti scontenteranno tutti. Una volta ho avuto modo di leggere un articolo sulla memoria dell’acqua. C’era l’dea che ogni goccia d’acqua avesse un suo ricordo e che anche quando era diluita nell’oceano manteneva quella memoria.
Credo che Zingaretti abbia fatto propria quella memoria e pensa che i pochi spiccioli che darà ai Comuni del Lazio siano portatori di grandi risorse che non ci sono. La ricchezza annunciata con le cifre cumulate si traduce in elemosina triste ed avara nei confronti dei nostri ragazzi. E poi la sinistra si riempie la bocca di scuola, di futuro e di rivoluzioni epocali. Zingaretti non sta facendo alcuna rivoluzione della scuola, sta come al solito annunciando grandi imprese che non ci sono.
Lo dice in una nota Giuseppe Simeone, consigliere regionale di Forza Italia.