La nostra determinazione per ottenere l’istituzione dell’area sensibile nel Golfo di Gaeta è stata fondamentale. Non è un mistero. Rivendichiamo il nostro impegno in tal senso e il raggiungimento dell’obiettivo. Renderemmo, però, un cattivo servizio alla città se non lamentassimo la pochezza di riscontri concreti che hanno fatto seguito alla firma della suddetta dichiarazione .
La questione resta nei fatti insoluta e utilizzare toni concilianti per semplice appartenenza politica con il governo regionale appare del tutto fuori luogo.
Condividiamo la posizione sulle grandi questioni di carattere ambientale che riguardano il Golfo da parte dell’Amministrazione Comunale e in particolare dall’Assessore M.R. Manzo. Quest’ultima, nell’ambito della sua delega, ha per l’ennesima volta interpellato la Regione Lazio perché fornisca una risposta chiara e risolutiva in merito. In particolare, l’intervento più urgente appare quello della delocalizzazione degli impianti di pescicoltura.
E’ indubbio che esista la necessità di tutelare le attività produttive che insistono nel nostro Golfo di Gaeta ma chiediamo che tali attività , come dispone la delibera regionale del 2010, siano spostate off shore.
Ricordiamo che prima ancora dell’istituzione dell’area sensibile è stato firmato un protocollo d’intesa in Regione che prevedeva lo spostamento dei suddetti impianti oltre Punta Stendardo . A proposito di tale intesa , è certo ed accertabile che sia stata firmata dopo un estenuante percorso politico – amministrativo , con l’obiettivo del disinquinamento delle nostre acque. Quello è stato il nostro scopo , non certo , come qualcuno maldestramente afferma, di liberare uno spazio per il Porto Commerciale di Gaeta.
La prova di quanto affermiamo è data anche dalla insistenza con cui alcune forze politiche del centro destra, all’epoca, tentarono di avocare a sé i meriti del protocollo dichiarando una loro “strenua battaglia per disinquinare il Golfo”.
Chiarito ciò, non possiamo , però, non prendere atto del fatto che la delocalizzazione degli impianti è rimasta solo nelle intenzioni.
Esistono, quindi, due atti amministrativi (Protocollo d’intesa e Istituzione dell’area sensibile) rimasti ad oggi semplicemente sulla carta. Non vorremmo, a questo punto, dover aprire un contenzioso con la Regione su tale questione.
Ma se restasse tutto inalterato , nonostante il colore politico che lega la nostra amministrazione comunale a quella regionale, non potremmo restare immobili e dovremmo mobilitarci come forza politica e in ambito non solo istituzionale.
Segnaliamo , al momento, una disponibilità della Consigliera Regionale Marta Bonafoni di SEL/Sinistra Italiana che, su nostra richiesta, si è dichiarata pronta ad affiancarci per risolvere definitivamente il problema della delocalizzazione degli impianti , impegnandosi anche per altri interventi che diano un senso all’istituzione dell’area sensibile.
La Consigliera Bonafoni ha già proposto , a tal proposito, la convocazione di un incontro operativo tra il Comune di Formia e gli assessorati all’Ambiente e all’Agricoltura e Pesca della Regione Lazio .
Siamo convinti che la Regione prenderà atto delle nostre legittime richieste e dia un deciso segnale di operatività con atti amministrativi adeguati.
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