Si è aperto questa mattina il cantiere dei lavori per lo smantellamento di 35 serbatoi ubicati nell’area del Deposito Eni, finalizzati alla bonifica ed al nuovo sviluppo dell’area.
«La riqualificazione dell’area – spiega il sindaco Mitrano – è determinante ai fini di una nuova visione urbanistica della zona e di tutto il territorio cittadino che la nostra Amministrazione sta definendo». E nel sottolineare che in quest’ottica la sua Amministrazione continuerà a lavorare in stretta sinergia con Eni e Cosind, in un clima di aperto confronto e sereno dialogo, precisa che «quella forte presenza di serbatoi ad Arzano presupponeva, sulla base del Piano Regolatore Generale del 1973, uno sviluppo industriale della città che non si è mai realizzato; era quindi necessario procedere allo smantellamento dei serbatoi per dare il via al nuovo corso urbanistico e progettuale dell’area».
Dunque, dopo lo smantellamento di nove serbatoi avvenuto nel 2012, è iniziata ora una fase importante con l’apertura del cantiere i cui lavori si concluderanno per la fine dell’anno; poi si passerà alle altre fasi del cronoprogramma al termine del quale verrà restituita alla città una bella parte del suo territorio da utilizzare nell’interesse della collettività. Difatti, «il nostro esecutivo – precisa il primo cittadino – attraverso un’efficace concertazione, ha conseguito risultati fondamentali: le importanti decisioni, prese nei diversi incontri con i dirigenti Eni e il presidente del Cosind, hanno ben delineato il percorso e le specifiche tappe del complesso iter che porterà alla riqualificazione complessiva di circa 258.000 mq». Per alcune di queste aree sono già pervenute all’Eni ed al Cosind manifestazioni di interesse da parte di alcune imprese ad acquistare alcune aree.
«La riqualificazione di un’area così vasta – conclude Mitrano – rappresenta un’altra tappa fondamentale per l’Amministrazione, che a breve acquisirà al patrimonio comunale anche l’area dell’ex Monastero di Santo Spirito di Zannone concesso dall’Eni senza alcun corrispettivo e che sarà successivamente sottoposto ad interventi di restauro per poi renderlo fruibile insieme ad altri beni archeologici, artistici e culturali cittadini».
Video e Foto Marco Casciaro
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