“Una grande festa popolare, come sempre, ma anche una vetrina per i produttori”. Così Paolo De Ciutiis, direttore della Coldiretti di Latina, immagina la sagra del carciofo di Sezze. “Quelle che ci apprestiamo a vivere saranno giornate speciali grazie alle migliaia di visitatori che arriveranno in città e per le ricadute sull’economia del commercio, della ristorazione e delle aziende agricole locali, in particolare di quelle che coltivano il romanesco. Vogliamo approfittare della visibilità della sagra – annuncia De Ciutiis – per valorizzare il lavoro degli imprenditori che, oltre a produrre qualità, vendono nella legalità, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie e che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo. “Vorremmo – aggiunge il presidente della Coldiretti pontina Carlo Crocetti – che la festa fosse il palcoscenico della legalità e che ad incontrare i consumatori per promuovere il prodotto siano soltanto gli agricoltori di Sezze e non anche gli ambulanti abusivi che presidiano le strade di ingresso al paese per vendere a pochi euro carciofi spacciati per locali, ma che nella migliore delle ipotesi sono importati dai paesi extraeuropei. Questa è concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i cittadini”. L’impostazione della Coldiretti ha incontrato la condivisione dei massimi livelli istituzionali del territorio, raccogliendo la sensibilità dei carabinieri di Latina che, in occasione della sagra, hanno disposto il rafforzamento dei controlli contro l’abusivismo commerciale. Dal canto suo il sindaco di Sezze, Andrea Campoli, ha annunciato l’impiego della polizia locale per sanzionare quanti dovessero improvvisarsi venditori di carciofi di ignota provenienza e di dubbia qualità, spacciandoli per locali. “Intanto presidieremo il territorio – anticipa Campoli – per allontanare gli abusivi, ma inoltre dalla prossima settimana ci attiveremo, come amministrazione comunale, per rilanciare il valore e la commercializzazione del carciofo Igp anche attraverso, qualora servisse, la rivisitazione del disciplinare di produzione”.