“Non è facile -continua la lettera- spiegarlo alle centinaia di cittadini arrabbiati che si presentano agli Uffici Tributi dei Comuni con bollettini alla mano per chiedere spiegazioni e sgravi, contestando l’esosità dell’importo richiesto. Soprattutto non è facile per i primi cittadini che da qualche anno hanno le mani legate in materia di scelte su fiscalità locale e bilanci. Governo e Parlamento non stanno adottando politiche concrete legate alle riforme ed alla spending review. Mancano idee, progetti e programmazioni serie di ampio respiro per il rilancio dell’occupazione, delle imprese, dell’economia. Di converso, hanno adottato l’escamotage di relegare gli Enti Locali ad un ruolo di frontiera, costringendo in primo luogo i Sindaci a subire quotidianamente attacchi verbali, critiche e pesantissime rimostranze della popolazione”.
Con tre milioni di euro di trasferimenti finanziari in meno dati al Comune di Gaeta nel 2013 e ad oggi circa un milione in meno per il 2014 -e analoghi tagli avranno subito anche altri Comuni del comprensorio- emerge spontanea la necessità di dover reperire risorse vitali attraverso un carico fiscale stabilito dallo Stato, sottoforma di TARES/IMU, che presto si fonderà in altre imposte.
“Non vogliamo essere considerati i gabellieri dello Stato -continua il sindaco Mitrano-. Uniti, dobbiamo sottolineare in modo deciso la nostra impossibilità ad amministrare i territori in queste condizioni. Dobbiamo esprimere la nostra amarezza di fronte alla dilagante miseria, che porta ogni giorno imprenditori a chiudere aziende, commercianti ad aprire le saracinesche solo per pagare le tasse, famiglie alla disperazione e giovani a perdere la speranza nel futuro”.
L’invito del primo cittadino gaetano è, quindi, quello di unire le voci di protesta, al di là del colore politico delle varie amministrazioni comunali, per organizzare insieme iniziative concrete di «rivoluzione pacifica e civile» sotto i palazzi romani del potere, esponendo, intanto, “un drappo o uno stendardo verde sulla facciata del Palazzo Comunale come simbolo di lotta all’oppressione fiscale e burocratica messa in campo da una politica nazionale sorda ai bisogni delle persone e delle imprese ma anche come speranza di una ripresa sociale ed economica attesa da tempo”.
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