La crisi idrica a Latina è peggiorata. L’acqua è un miraggio, come le piogge. Il prosciugamento delle falde è irreversibile. “Fate qualcosa, fate presto. Il mio terreno al Quartaccio seminato a meloni e cocomeri sta bruciando, ancora qualche giorno e avrò perso tutti i miei soldi” dice quasi in lacrime un anziano coltivatore all’ultima delle assemblee settimanali organizzate dalla Coldiretti a Latina per avere dal direttore del consorzio dell’Agro Pontino, Natalino Corbo, aggiornamenti in tempo reale sull’andamento del servizio irriguo. L’ingegnere, reduce da un pomeriggio passato nelle campagne tra Terracina e Latina per verificare la situazione con i tecnici, non si sottrae.
Ma le novità, come era facile immaginare, visto che non piove, sono drammatiche. “L’impianto del Piegale è fermo per mancanza di acqua. Probabilmente dovremo chiudere la centrale del Sisto perché l’acqua che stiamo attingendo presenta un elevatissimo tasso di salinità. Per sostenere l’irrigazione di soccorso abbiamo attivato pompe sulle Migliare 47 e 49 così, sempre col regime delle turnazioni, anche le aziende insediate su quei terreni avranno, quando possibile, un minimo di risorsa. Cominceremo le turnazioni anche su Campo Setino e Campo Dioso. Purtroppo devo rilevare – denuncia Corbo – che nonostante la ridotta disponibilità di acqua qualcuno si ostina a sprecarla, usandone più del necessario. Ma non è tutto. Qualcuno ha addirittura divelto i lucchetti antiscasso coi quali avevamo messo in sicurezza alcuni impianti, in pratica hanno fatto il self service per irrigare i loro campi. I carabinieri ci hanno chiesto i nomi, non esiteremo a farli”. Gli imprenditori agricoli adesso sono disperati. Il direttore della Coldiretti, Pietro Greco, raccoglie il malumore e invita il consorzio a studiare nuove strategie per salvare il slvabile. “Verificate – chiede Greco – se riformulando le turnazioni e alternando il blocco degli impianti dei bacini principali si riesce ad avere più acqua e alla pressione adeguata per irrigare”. Poi Greco si toglie i sassolini dalle scarpe e punta il dito contro il Comune di Latina. “Ho invitato all’assemblea l’amministrazione, ma come vedete non si è presentato nessuno. Non è un bel segnale. In un momento così critico anche il sostegno degli amministratori locali sarebbe prezioso e gradito”. Un coltivatore tira in ballo la richiesta di stato di calamità. “Ci siamo già attivati, abbiamo scritto al presidente Zingaretti. Siamo attivi su tutti i fronti – ha aggiunto il presidente Coldiretti Carlo Crocetti – perché siamo consapevoli della gravità di quello che può succedere di qui a poche settimane, con la perdita dei raccolti e del reddito di migliaia di famiglie. Ma dobbiamo essere realisti, non è facile ottenere indennizzi. Il nostro ufficio legislativo – ha concluso – è al lavoro per studiare la praticabilità di attingere eventuali risarcimenti dalle misure del Piano di sviluppo rurale (Psr) che mettono a disposizione contributi europei. Il momento che stiamo vivendo è drammatico, ma non vi lasceremo soli”.