Smart Working in calo, ma il 60% degli italiani lo preferisce

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Si parla spesso di Smart Working negli ultimi anni: una tendenza arrivata in Italia con la pandemia e che ha presto conquistato gran parte del panorama lavorativo. Si tratta però di una modalità al centro di una disputa tra chi ritiene sia il futuro e possa aumentare la produttività delle aziende e chi invece ritiene che possa invece portare a un calo.

Chi sostiene il calo sono per la maggiore le aziende, che di conseguenza, una volta terminata l’emergenza sanitaria, ha ripristinato l’obbligo della presenza in ufficio. Secondo recenti sondaggi è stato visto, di contro, che il 60% degli italiani continua invece a preferire questa modalità di lavoro flessibile.

Il maggior sostegno arriva dai giovani, in particolare quelli appartenenti alla Generazione Z (le persone nate tra il 2000 e il 2010), molto legati all’aspetto tecnologico e alla flessibilità e all’autonomia lavorativa.

Il quadro attuale è delineato dallo studio “Future-Proof” di Dell Technologies, condotto con Savanta ComRes, che ha coinvolto giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 26 anni in 15 paesi.

La ricerca ha messo in luce che, sebbene lo Smart Working sia stato una risorsa cruciale durante la pandemia, la sua importanza sembra che stia svanendo rapidamente, nonostante i benefici evidenti, tra cui la possibilità di lavorare da casa con una connessione internet adeguata.

Infatti, una delle comodità principali è proprio quella di poter svolgere le proprie mansioni da qualsiasi luogo, purché si disponga di una connessione veloce e, nel mondo moderno, è molto semplice ricercare la migliore fibra per la casa su ComparaSemplice.it, sito di comparazione per trovare con facilità la migliore soluzione alle proprie esigenze.

In questo articolo parleremo quindi approfonditamente della situazione Smart Working in Italia, dei suoi vantaggi, delle preferenze degli Italiani e di quali potrebbero essere i possibili sviluppi futuro in merito.

La situazione Smart Working in Italia

Dopo la pandemia si pensava di aver trovato un punto di svolta del mondo moderno, con una modalità di lavoro che avrebbe sfruttato al 100% le potenzialità della tecnologia. Ultimamente, però, lo Smart Working in Italia ha visto un significativo declino.

Secondo le ultime statistiche, solo il 14,9% dei lavoratori italiani continua a svolgere le proprie attività da casa, una percentuale ben lontana dal potenziale 40% che si potrebbe raggiungere.

Questo calo è in gran parte dovuto alla reticenza delle aziende italiane nel riconoscere i vantaggi della digitalizzazione, nonostante i risparmi sui costi e l’aumento delle performance dimostrati durante il lockdown.

Sono state effettuate diverse ricerche in merito, dove era stato ad esempio visto, inizialmente, che svolgere le proprie mansioni da un qualsiasi luogo (spesso casa propria) portava a un aumento della produttività del 13%.

Tuttavia, successivi aggiornamenti di questi studi hanno evidenziato in realtà una riduzione del 4% e un impatto trascurabile del lavoro ibrido, sollevando dubbi sulla reale efficacia a lungo termine dello Smart Working.

Ciò che resta però evidente è che molti professionisti e dipendenti continuano a preferire questa modalità che richiede di avere come unica esigenza quella di una connessione internet veloce (possibilità data a molti dall’attuale innovazione tecnologia).

Il 60% preferisce il lavoro da remoto, pioniere del movimento è la Gen Z

Ma perché la maggior parte degli Italiani preferisce lo Smart Working? Secondo lo studio “Future-Proof” condotto da Dell Technologies, infatti, ben il 63% della Generazione Z lo considera una condizione essenziale nella scelta del proprio impiego.

Questa tendenza è particolarmente evidente in un contesto in cui il numero totale di lavoratori da remoto in Italia è sceso a circa 3,6 milioni nel 2022, rispetto ai 4,1 milioni del 2021, come riportato dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.

Questi dati hanno un significato ben preciso. Non solo i giovani, ma anche tanti altri lavoratori “navigati” hanno avuto modo di constatare i benefici sulla qualità della vita e sul sentimento di realizzazione professionale.

Lavorare da casa permette di avere più tempo libero, ricavato dagli spostamenti in auto, e questo significa poter gestire meglio i propri hobby, interessi o potersi maggiormente dedicare alla famiglia e ai legami sentimentali.

Impegni comuni, come la necessità di far venire un tecnico a casa o quella di dover accudire un figlio, possono essere perfettamente combinati con il lavoro e non richiedono più lo stress di dover organizzare orari e chiedere eventuali permessi.

Il tutto è ancora più arricchito dalla possibilità di lavorare in un ambiente piacevole, familiare, in pieno relax e di gestire meglio le ore di sonno, non dovendosi più alzare presto per immettersi nel traffico.

Proprio la possibilità di evitare il traffico e lo stress legato alle lunghe ore di guida o sui mezzi pubblici è un gran pilastro a cui difficilmente i lavoratori moderni vogliono rinunciare.