Spaccio in pieno lockdown, la cassazione lo assolve

Il 18 Aprile 2020, J. M., in pieno lockdown si aggirava insieme al fratello per le vie del centro di Aprilia quando i Carabinieri, insospettiti, iniziavano un servizio di osservazione notando un fare sospetto nei due Apriliani.
Accortosi dei militari il quarantenne cercava di disfarsi di una bustina contenente cocaina, venendo immediatamente fermato dai militari, i quali rinvenivano altresì indosso al fratello, occultata sotto il giubbino, una bilancia di precisione e circa 90 grammi di cocaina.
I due venivano tratti in arresto e posti ai domiciliari dal Gip di Latina ; successivamente J., che difeso dall’Avvocato Pasquale Cardillo Cupo si era dichiarato estraneo al possesso del quantitativo di stupefacente rinvenuto indosso al fratello, veniva condannato dal Gip del Tribunale di Latina a 5 anni e 8 mesi di reclusione con la recidiva reiterata per essere gravato da precedenti per spaccio e associazione a delinquere, condanna poi confermata dalla Corte di Appello di Roma.

L’avvocato Cardillo Cupo, tuttavia, in codifesa con la Dott.ssa Marialibera De Santis, ricorreva in Cassazione ritenendo violata la legge in tema di responsabilità personale, difettando la prova della consapevolezza del possesso della droga in capo al fratello e comunque ritenendo violate le norme in tema di concorso nel reato.
La Suprema Corte accoglieva il Ricorso ed annullava le sentenze di condanna senza rinvio assolvendo l’imputando e disponendone l’immediata remissione in libertà.
“Valuteremo – ha dichiarato l’avvocato Cardillo Cupo – una richiesta di indennizzo per ingiusta detenzione avendo sostenuto da subito l’estraneità del mio assistito dai fatti contestatigli.”

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