Erano venuti, per trascorrere la prima domenica al mare, da Aprilia. Erano due nuclei familiari, ognuno con un figlio di pochi anni. Avevano affittato un ombrellone presso uno stabilimento del litorale di levante, nei pressi dell’area museale archeologica vicino la famosa grotta di Tiberio.
Poco prima di mezzogiorno, una delle due mamme, la 47enne P.M., era entrata in acqua insieme al figlio, E.L. di 8 anni, e L.B., sei anni, figlioletta dell’altra signora di Aprilia. Sotto il controllo della donna, il terzetto si è spinto all’interno, ignorando i pur ripetuti appelli e i richiami con il fischietto che il bagnino ha reiteratamente rivolto loro. Quando, una volta dentro, hanno superato la secca che i frequentatori del posto conoscono bene, si sono trovati improvvisamente nell’acqua alta per cui la signora, da sola, non è riuscita più a gestire la situazione, iniziando a bere anche lei come i due piccoli. Avendo colto il momento drammatico della situazione, nonostante l’avesse paventata prioritariamente, il bagnino Marco Agresti, della cooperativa Emarilù, in servizio sulla 2^ postazione, con competenza sui lidi Villa Tiberio e Valle Corsari, si lanciava in soccorso dei tre bagnanti e, non senza difficoltà, riusciva a trascinarli a riva. Una volta tirati fuori dall’acqua, i tre spericolati bagnanti domenicali venivano monitorati dall’apposita equipe della cooperativa del presidente Marcello Masci e del responsabile tecnico Federico Virgilio, sempre pronta per ogni evenienza simile sul gommone stazionante davanti i sei chilometri del litorale di Sperlonga dove prestano servizio da mercoledi 15 giugno. Le adeguate prestazioni del personale paramedico, che hanno praticato gli opportuni interventi del caso, hanno pure evitato che si dovesse far attivare un’ambulanza del 118.
L’episodio è comunque servito al presidente Masci e al dirigente tecnico Virgilio per ribadire a tutti il pieno rispetto delle norme che disciplinano la balneazione “in quanto le tragedie si evitano grazie a una intelligente prevenzione”. Le statistiche, infatti, evidenziano che nessun decesso per annegamento c’è stato negli ultimi quindici anni, nelle ore e nei giorni in cui i bagnini comunali effettuano il loro servizio. Anche per la civile e disciplinata risposta fornita dalla maggior parte dei bagnanti.
Di Orazio Ruggieri