Certamente complessa ed approfondita l’attività d’indagine avviata nell’ottobre 2015 dalla Guardia di Finanza di Formia e dalla Polizia locale di Gaeta che, nelle successive ed articolati fasi ha confermato i plurimi abusi edilizi compiuti sull’area demaniale ove sorge il lido “stabilimento Miliare”, quantunque zona vincolata per ragioni ambientali e sismiche, tant’è l’identificazione dei rappresentati legali della gestione dello stabilimento, quali responsabili pro-tempore di quegli illeciti, così come in ultimo richiesto anche dalla Regione Lazio – Genio Civile.
Tuttavia, al di là degli aspetti squisitamente penali, la cui istruttoria è attualmente pendente presso la Procura della Repubblica di Cassino, non vi è dubbio che quegli stessi illeciti riverberano anche sotto l’aspetto amministrativo, circostanza che richiede un innovato interesse da parte dei citati organi di Polizia, quali fattispecie suscettibili di autonoma ed ineludibile azione investigativa, non fosse altro perché si giunga ai conseguenti e dovuti atti reprimenti, anche a contrasto di un anomalo e defilato comportamento della locale Capitaneria di Porto, quale autorità marittima sin ad oggi rimasta silente rispetto ai provvedimenti che per prima dovrebbe assumere ai sensi del Codice della Navigazione e suo Regolamento di attuazione, attività ragionevolmente finalizzata sia al sequestro dell’area che della revoca della Consegna in presenza di accertate violazioni su quel tratto di demanio (abusi edilizi sul pubblico demanio e immissione abusiva nella “Consegna” ex artt. 34 del CdN e 36 del Reg. di attuazione).
Opportuno, dunque, un approfondimento anche degli aspetti amministrativi della vicenda affinché in maniera autorevole si assumano i provvedimenti cautelativi del caso.
Basti pensare che la struttura balneare attualmente continua ad operare nonostante le molteplice innovazioni abusive che, in quanto non collaudate dagli Organi del genio civile e soprintendenza (trattandosi di bene demaniale) potrebbero comportare – per instabilità o cedimento – grave nocumento ai clienti che frequentano quella stessa struttura. Ed ancora, si pensi che fra le opere abusive vi è finanche una piazzola di cemento per le docce, impianto asservita ad una gettoniera elettronica che la fa azionare. Immaginiamo cosa accadrebbe se l’impianto elettrico (non collaudato) dovesse presentare delle dispersioni. Chi ne risponderebbe del danno agli utenti?
Aspettiamo che accada un altro episodio come quello verificatosi di recente in Puglia sulla tratta ferroviaria Corato –Andria?
Da qui l’invocato appello affinché le indagini assicurino anche eventuali profili omissivi conseguenti al supposto ritardo attuativo di quei provvedimenti d’urgenza di carattere amministrativo degli Assessorati comunali competenti per materia, perché almeno sospendano le licenze commerciali di quel lido balneare, talché struttura non a regola ed a norma rispetto agli abusi edilizi colà eseguiti.
Al riguardo, basti pensare che per consolidata giurisprudenza finanche del Consiglio di Stato adattabile al caso di specie, è incontroversa la mancanza di conformità urbanistica-edilizia del compendio aziendale, talché pertanto ineccepibile il consequenziale provvedimento inibitorio adottato dal comune.
Ed inoltre quella stessa giurisprudenza di recente ha ribadito, che in presenza di interventi edilizi in zona paesaggisticamente vincolata, ai fini della loro qualificazione giuridica e dell’individuazione della sanzione penale e amministrativa applicabile, è indifferente la distinzione tra interventi eseguiti in difformità totale o parziale ovvero in variazione essenziale, in quanto l’art. 32, comma terzo, D.P.R. 06.06.2001 n. 380, prevede espressamente che tutti gli interventi realizzati in zona sottoposta a vincolo paesaggistico eseguiti in difformità dal titolo abilitativo, inclusi quelli eseguiti in parziale difformità, si considerano come variazioni essenziali e, quindi, quali difformità totali. E, dall’altro, che occorresse, per l’intervento “diverso”, nuova autorizzazione paesaggistica.
A fronte dei fatti complessivamente segnalati la cittadinanza attiva di cui questo Comitato è espressione, continuerà a vigilare, nel convincimento che l’auspicato sussulto di legalità registri ancora l’interesse e la sinergica azione della Guardia di Finanza di Formia e della Polizia locale di Gaeta.
Sono questi gli esempi di correttezza che la città sana e produttiva aspetta da tempo dall’Amministrazione locale alla guida del Sindaco Dr. Cosmo Mitrano, quale segno concreto in continuità con quelli già assunti per altri simili abusi sul territorio. Dunque ora è la volta del lido “Stabilimento Militare” di Serapo, quale atto di trasparenza e manifesta volontà di voler rompere vecchi indugi e collusioni omissive sulla vicenda.