Avvincenti ed argute le strategie operative degli uomini della locale Guardia Costiera che, stando ai dettagli delle recenti cronache giornalistiche, dimostrano spiccata familiarità con le più affinate tecniche investigative pur di giungere al ripristino della legalità e della libera fruizione dei tratti di spiaggia del demanio marittimo di loro competenza istituzionale.
Dunque, pur di reprimere l’abusivo utilizzo del nostro litorale per liberarlo da mazze, ombrelloni, piattaforme, etc, quegli uomini non tralasciano alcun particolare, tant’è, a volte, il ricorso anche al camuffamento per meglio confondersi tra i villeggianti, specie laddove l’arbitraria occupazione avviene simulando il posizionamento di attrezzature balneari (per esempio, sdraio e lettini) senza che le stesse siano realmente occupate dai bagnanti.
Nel novero di quelle attività di polizia giudiziaria rientrano anche attività info-investigative che la stessa Guardia Costiera dichiara di utilizzare previa valorizzazione delle preziose informazioni fornite dagli utenti del web che attraverso i “post” e relativi “commenti” su importanti social network, consentono di acquisire modalità su potenziali illeciti che si consumano sul territorio, fornendo così utile imput all’azione repressiva.
Per il descritto scenario, anche questo Comitato di cittadinanza attiva vuole contribuire ad implementare il bagaglio conoscitivo della Guardia Costiera di Gaeta, nella speranza che l’élite investigativo di quel reparto non disdegni il presente apporto informativo concentrato sulle illegalità che vi sono all’interno dello lido all’insegna “Stabilimento Militare” di Serapo, anche se, per il vero, nei mesi trascorsi, vi è stata già occasione di ampia e dettagliata notizia stampa, sinanche sui social network, al fine di descrivere i plurimi abusi edilizi colà compiuti, quantunque area del pubblico demanio marittimo sulla quale ricadono rigidi vincoli ambientali/paesaggistici e sismici.
Non dubitiamo che quel flusso informativo, al pari di altri imput e vicende del territorio, sia già in possesso della Guardia Costiera, attività che sta già producendo la sua elaborazione investigativa in attesa del coordinato blitz, simile a quello di recente compiuto in località “Fontania” come da notizia riportato dal quotidiano il “Giornale di Latina” del 3 agosto u.s..
Dunque, ultima chiamata di legalità per le aquile investigative della locale Guardia Costiera sulla tematica del lido “Stabilimento Militare”, i cui aspetti illeciti risultano già ben rubricati e chiari, senza che vi sia la necessità di ricorrere a sofisticati travestimenti o artifizi, salvo l’adozione di palesi e ineludibili provvedimenti amministrativi di competenza, in ragione del quadro già a suo tempo accertato dalla Polizia locale e dalla Guardia di Finanza di Formia.
Non fosse altro perché l’azione repressiva è sancita proprio dall’art. 47 del Codice della Navigazione, visto che le violazioni alle originarie clausole dell’atto di affidamento che regola la “Consegna” (ex art. 34 del C.D.N.) del bene demaniale ove insiste lo “Stabilimento Militare”, comporterebbe anche l’applicazione dei provvedimenti di cui all’art. 1161 dello stesso Codice della Navigazione.
Ora, si tratta di capire se la Guardia Costiera di Gaeta vuole volare alto in termini di obiettivi, avendo ricevuto contezza di nuovi reati, autori e luogo di consumazione all’interno di un lido balneare ubicato sulla Spiaggia di Serapo, ben sapendo che dai futuri ed immediati (si spera) orientamenti adottati, dipende la futura credibilità e autorevolezza nei confronti degli altri operatori balneari, dimostrando così di non essere “debole con i forti” e “forti con i deboli”.
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