Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana, lungo lo Ionio e il Tirreno, da Brindisi ad Imperia per 30 giorni fino al 18 ottobre.
A darne notizia è la Coldiretti Impresapesca in occasione dell’avvio del provvedimento che arriva in un momento difficile per le marinerie, le quali negli ultimi 30 anni hanno perso il 35% delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di auto-approvvigionamento del pescato.
“Con il fermo biologico aumenta il rischio – spiega Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotti straniero o congelati, se non si tratta del pesce fresco made in Italy, proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale, dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare”.
Resta il fatto – denuncia Coldiretti Impresapesca – che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno.
Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre.
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