Questa mattina il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo ha preso parte alla conferenza di presentazione delle straordinare sculture d’epoca romana rinvenute nello scavo archeologico di Gianola. L’incontro si è tenuto a Roma nella sede dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, alla presenza, tra gli altri, della dottoressa Alfonsina Russo, responsabile della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e dell’Etruria meridionale.
Le statue, rinvenute nell’ambito del progetto di scavo, ricerca e valorizzazione della Villa di Gianola sostenuto dal Parco Regionale Riviera di Ulisse con fondi europei, sono state restaurate grazie alla proficua collaborazione tra Soprintendenza e ISCR. Ritraggono cinque personaggi maschili vissuti tra il II e il III secolo d.C.. Accanto a loro alcuni interessanti frammenti ad altorilievo pertinenti a sarcofagi rivenuti nello stesso sito.
L’eccezionale ritrovamento ha avuto luogo nel misterioso Edificio Ottagono, l’ardito padiglione fulcro dell’intero impianto residenziale di Gianola. La villa monumentale romana, strutturata su tre livelli e affacciata sul Golfo di Formia, dotata di peschiera per l’allevamento ittico di pregio e di un impianto termale a ridosso del mare, fu forse costruita dal dissoluto Mamurra, cavaliere formiano arricchitosi al seguito di Cesare.
I ritratti rinvenuti nell’area dell’Edificio Ottagono appartengono invece ad un periodo più tardo, pienamente imperiale. Con ogni probabilità facevano parte di una lussuosa galleria di famiglia, in una fase storica in cui il padiglione doveva avere funzione di mausoleo. E’ da immaginare che in quest’epoca la villa fosse diventata proprietà di un personaggio di spicco dell’elite urbana o locale.
“Dopo la presentazione – fa sapere il Sindaco Sandro Bartolomeo – i reperti, recuperati nel loro aspetto originario grazie a questa straordinaria operazione di restauro, torneranno a Formia per arricchire il già importante percorso espositivo del nostro Museo Archeologico Nazionale. Le sculture raccontano la grandezza di Roma e l’importanza che Formia rivestiva nella tarda età repubblicana, così come nei primi secoli dell’Impero. Voglio ringraziare pubblicamente la Soprintendenza per l’impegno e la sensibilità dimostrata. Condividiamo gli stessi obiettivi che sono figli della medesima certezza: una volta preservato, il tesoro archeologico di Formia va anche promosso e reso fruibile perché patrimonio di tutti. Solo così lo splendore del passato può trasformarsi nella principale risorsa per il nostro futuro”.
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