Suor Ambrogina di San Carlo, al secolo Filomena D’Urso, personaggio di grande spessore spirituale della società maranolese del primo novecento, nonché grande esempio di umiltà, obbedienza e carità, ritorna al teatro Remigio Paone di Formia.
Il dramma, infatti, scritto e diretto dal professore Antonio Forte, è l’appuntamento teatrale del 6 ottobre 2014 nell’ambito della I edizione del Formia Festival Novecento.
La rappresentazione, nasce dagli studi del Professore Fernando Sparagna (nipote della religiosa) e racconta gli episodi salienti della vita da secolare di Suor Ambrogina in una povera famiglia di Maranola (1909) e la sua vita monacale prima a Perugia poi a Firenze.
Ambrogina è una umile giovane maranolese, che a seguito di una visione mistica, in età infantile, volle fortissimamente intraprendere i “voti” monacali, anche se duramente avversata da un padre padrone come solitamente avveniva all’inizio del novecento, quando si condizionava la vita soprattutto femminile nelle famiglie dei borghi aurunci. Un evento miracoloso poi, convinse il burbero genitore a far intraprendere alla figliola la vita monacale. Condizioni precarie di salute, però, minarono la sua vita: la suora morì all’età di 45 anni, martoriata dalla malattia e dal “maligno”.
Tutta la sua vita può definirsi una esemplare e miracolosa esistenza, con indicibili sofferenze, vissute in umiltà, pazienza e dedizione alla salvezza dei peccatori.
“La rappresentazione di questo grande personaggio, umano e religioso, maranolese, è un modesto contributo che l’associazione culturale Il Setaccio ha offerto per la conoscenza di questa martire della fede e siamo onorati che sia stato scelto anche il suo personaggio, in concetto di santità, per la I edizione del Premio Foa – Festival del ‘900”- ha sottolineato il professore Antonio Forte, quale direttore artistico della compagnia.