A cura di Angelo Capotosto
Tattica: Tutto ciò che ci si aspettava da questo derby d’Italia targato Conte-Mazzarri è stato rispettato.
Squadre corte, canali di gioco ostruiti e tanto, tanto agonismo, che, onore al merito, non è mai sfociato in entratacce o in colpi oltre la legalità. Conte schiera la squadra tipo recuperando Vucinic all’ultimo momento. Mazzarri risponde con la sua “solita” Inter inserendo però Taider in mezzo al campo che alla fine risulterà uno dei migliori. Il primo tempo si svolge senza occasioni da annotare sul mio personale taccuino, fatti salvi il sinistro al volo di un Nagatomo stile Beppe Signori, parato da Buffon, e dell’unica illuminazione di Pirlo che serve Pogba davanti al portiere. Tiro sporco che non impensierisce Handanovic.
I più grandi allenatori affermano che la partita perfetta finirebbe 0-0 perchè non ci sarebbe nessun errore tecnico/tattico a favorire l’avversario. Purtroppo per Antonio Conte, Mazzarri sa come indurre la squadra bianconera a qualche sbavatura di troppo e dopo aver pressato tutta la partita disinnescando i registi del gioco juventino Bonucci e Pirlo, lasciando l’impostazione quasi sempre nei piedi ruvidi di Chiellini è sembrato logico che proprio da un errore dello stopper (ruolo del calcio antico, ma che al Giorgione nazionale calza a pennello) potesse nascere il gol dell’Inter.
Un rigenerato Ricky Alvarez sradica il pallone dalle gambe del difensore juventino, colpevole di un controllo impreciso, e si invola verso l’area di rigore bianconera. Palla con il contagiri del fantasista argentino per il taglio tempestivo di un Icardi subentrato da pochi minuti e che ancora non aveva annusato l’odore del rivestimento termosaldato del pallone (bei tempi quando c’erano i pentagoni di cuoio). Destro secco che infila Buffon e quarto gol in 3 partite contro la Juventus per l’erede di Milito.
Delirio a San Siro e profumo di vetta solitaria in classifica, in attesa del Napoli.
I facili entusiasmi vengono però smorzati dopo neanche due minuti quando un caparbio Asamoah vince il duello fisico con due interisti e mette nel cuore dell’area di rigore una palla che Vidal sa bene come sfruttare: controllo di esterno destro ad anticipare Guarin e torsione in pochi centimetri di campo per colpire con il piede “sordo” e piazzare il pallone vicino al palo alla sinistra di un Handanovic che non ha neanche il tempo per impostare la parata.
1-1 e partita che si apre, con la Juve che ha un’ altra occasione con Isla a una manciata di minuti dalla fine su respinta corta di del portiere nerazzurro. Il cileno svirgola maldestramente e l’urlo dei tifosi juventini rimane strozzato in gola.
Mente: Il top player del mercato di Branca è stato senza dubbio Mazzarri, che ieri se l’è giocata alla pari con Conte, disegnando l’Inter con una difesa a 3 (cosa direbbe Gasperini, esonerato da Moratti proprio per questo motivo) che in realtà è una difesa a 5 neanche troppo mascherata. Chiusura e ripartenze per un Palacio che sta giocando a livelli straordinari. Il tecnico livornese ha dato sicurezza ad un gruppo che l’anno scorso è sembrato smarrito, puntellando la difesa e accrescendo l’autostima di giocatori che sembravano avviati alla cessione (vedi Jonathan ed Alvarez su tutti).
Per quanto riguarda la Juventus, Conte ha cercato di imporre il proprio gioco, ma davanti ad un Inter così chiusa era molto difficile poter sfondare. Con Vucinic acciaccato e Quagliarella che è apparso in palla, forse il tecnico bianconero ha sottovalutato la fame e la voglia dell’attaccante napoletano di dimostrare di essere un’alternativa valida per l’attacco juventino.Un’altra riflessione psicologica che mi sento di proporre a mister conte è quella su Llorente, arrivato in estate come un attaccante importante per gli equilibri della Juventus. Ok, la stagione è lunga e arriverà il suo momento, ma non concedendogli un po’ di fiducia all’inizio non c’è il rischio di farlo sentire ai margini del progetto? Magari già martedì in Champions con l’ FC Copenhagen mi smentirà trovandogli spazio nell’11 titolare. A tal proposito in bocca al lupo a tutte le italiane per il ranking internazionale (Galliani docet) e arrivederci a domenica prossima con la nostra consueta rubrica settimanale.
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