“Mi scusi mi è venuto un dubbio, ma lei è iscritto al FAI?”, così inizia la conversazione con l’autore di una straordinaria produzione editoriale in particolare sull’antica Roma. Nella suggestiva cornice della villa romana di età repubblicana in cui è incastonato il teatro formiano, Carandini ribadisce l’esigenza di una cultura per tutti, accessibile e fruibile: “bisogna non solo amare la storia ma le persone con le loro diverse necessità, è quello che il FAI propone. Abbiamo nel tempo identificato la cultura con la noia, non come una cultura per tutti. Se non riusciamo a far capire questo agli italiani come possiamo essere convincenti con gli altri? Se diamo la cultura in mano ai filologi scappiamo tutti, in mano a Walt Disney si instupidiscono tutti. Una via di mezzo che va ricercata nella storia che è già appassionante di per se”.
Impossibile evitare commenti e bilanci sulla situazione della cultura italiana: “in altri Paesi è lo stesso servizio che paga il mantenimento dei beni archeologici. Non deve esserci alcun conflitto tra pubblico e privato, società civile e istituzioni uniti devo salvare il patrimonio. Un sito, un monumento, un’area sono pubblici quando sono accessibili e conosciuti non quando lo sono per puro stato giuridico. Non sappiamo offrire il patrimonio ai cittadini, questo è il vero punto”.
Un excursus da Pietro a Papa Francesco, dall’Italia al centro del mondo alla relatività dell’occidente condotto dall’autore con un fare da grande divulgatore storico: dall’apostolo che discuteva con Paolo e Giacomo alla divisione delle correnti del Cristianesimo fino al Vescovo di Roma, “l’uomo normale” che riprende il concilio e cerca di “smontare il potere assoluto della corte pontificia”.
Andrea Carandini rivela la prossima uscita di un atlante del Lazio, “una Regione ancora mal conosciuta”: “Per ora siamo arrivati a Terracina ma ovviamente arriveremo anche qui a Formia”. Conclude l’incontro il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo: “Apprezzare la storia di un territorio ti pone di fronte a delle responsabilità e noi dobbiamo prendercele, non possiamo solo aspettare che qualcuno arrivi a salvaguardare ciò che ogni giorno calpestiamo. Vedrà che questa città è piena di tracce di una storia, soprattutto romana, che si trova in tutti gli angoli, da ponente a levante. La guerra ha distrutto il 90% del nostro patrimonio e noi non abbiamo ricostruito rispettando la storia antica. Nella contraddizione tra cultura e bisogno ha vinto il bisogno. Per 50 anni abbiamo subito una delegittimazione completa della città archeologica.
“Siamo stati onorati di aver ospitato presso il nostro Teatro il prof. Carandini, ringraziamo anche il Comune di Formia per questo importante appuntamento nonché il FAI con cui abbiamo collaborato per le Giornate di Primavera a Gaeta. Condividiamo in pieno l’appello dell’archeologo e il titolo dell’incontro: il nuovo di Formia è nel suo passato, nei suoi beni archeologici di cui il Remigio Paone rappresenta un gioiello sperando quanto prima di poter rendere ancora più accessibili gli scavi della villa romana”, afferma il Presidente f.f. dell’Ipab SS. Annunziata Piero Bianchi.
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