L’UE continua a pressare Temu: l’ultima indagine della Commissione Europea verte sull’ipotesi di una grave violazione.
Temu è il nuovo gigante dell’e-commerce di proprietà della società cinese PDD Holdings. Una sigla che dal 2022 continua a svilupparsi e che sembra destinata a imporsi come principale rivenditore online del mondo. Il lemma Temu è un acronimo che sta per team up price down. Cioè: “fate squadra e i prezzi si abbassano”. Ecco il punto chiave del successo della piattaforma: Tumu riesce a proporre in vendita tantissimi articoli a prezzi stracciati.
Ma come fa a vendere prodotti a prezzi così bassi? L’azienda utilizza il modello di business del dropshipping. In pratica, i venditori non tengono fisicamente in magazzino i prodotti: con l’ordine sono i produttori a far partire l’articolo verso il venditore che, poi, lo gira al cliente. E quasi tutti i prodotti venduti su Temu sono sviluppati attraverso il modello della produzione di massa, per ridurre al minimo il costo per unità.
Le fabbriche si trovano soprattutto in Cina e nel Sud-Est Asiastico, dove la manodopera ha un costo bassissimo. E dove le condizioni di lavoro, spesso, rasentano l’inumanità. Inoltre, l’azienda impone ai produttori e ai venditori di tenere prezzi bassi, anche a discapito della qualità.
L’Unione Europea, negli ultimi mesi, ha più volte analizzato i commerci di Temu. Per l’UE la piattaforma sarebbe responsabile di varie violazioni del Digital Service Act (DSA), il regolamento europeo che impone standard di qualità e chiarezza nelle pratiche di vendita.
La Commissione Europea denuncia di nuovo Temu: utenti a rischio
E così Temu è stata prima accusata di presentare sul suo sito informazioni non chiare e comprensibili, compromettendo così la capacità degli utenti di acquistare liberamente e in modo informato. Sono poi state segnalate tantissime recensioni false. Lo stesso vale per gli sconti ingannevoli.
Gli utenti hanno già denunciato di aver avuto difficoltà a contattare il servizio di assistenza clienti e di aver ottenuto da Temu prodotti non conformi all’offerta. Compri una cosa e te ne arriva un’altra… In generale, i prodotti venduti dalla piattaforma non sembrano in grado di rispettare le normative nazionali e dell’UE anche per quanto riguarda la sicurezza: usano plastiche vietate e non presentano etichette.
L’altra questione fondamentale è che la piattaforma non garantisce la tracciabilità degli operatori commerciali che la utilizzano. Ci sono poi problemi di privacy. Temu raccoglie una quantità enormi di dati personali (nome, indirizzo, numero di telefono, foto, profili sui social media, posizione GPS e dati di navigazione) e li condivide con terze parti, probabilmente anche con il Governo Cinese.
Alcuni esperti di sicurezza informatica hanno poi segnalato che l’app di Temu potrebbe avere accesso non autorizzato a dati sensibili come il microfono, la fotocamera e i messaggi di testo. Ed è gravissimo.
Tutte queste pratiche hanno già portato l’UE a richiedere a Temu di allinearsi alle norme comunitarie e a proporre impegni per migliorare la tutela dei consumatori. Il colosso cinese rischia multe pari al 6% del suo fatturato annuo negli Stati membri interessati se non dovesse fare ciò che la Commissione Europea richiede. Entro fine mese, l’azienda dovrebbe rispondere.