“All’ospedale ‘Dono Svizzero’ di Formia da due giorni ci sono operai al lavoro per allestire una nuova postazione per la gestione dei pazienti Covid. La struttura con 12 posti letto, allestita a costo quasi zero, verrà montata in sostituzione della vecchia postazione all’interno della quale vi erano solo due posti letto – afferma la dottoressa Caterina Nocella, presidente della Commissione Salute e Sanità del Comune di Formia – Per quanto riguarda i percorsi che seguiranno i pazienti per il completamento dell’iter diagnostico, ovvero il trasporto del paziente in radiologia, unico spazio in comune che i suddetti pazienti utilizzeranno ogni qualvolta un paziente Covid transita dalla tensostruttura alla radiologia del nostro ospedale, vi è una squadra di sanificazione che segue all’ingresso e all’uscita il paziente nel reparto di radiologia. Si ribadisce, pertanto, che tali percorsi sono stati individuati e segnalati circa un anno e mezzo fa e sono ancora in essere”.
“Una seconda struttura sarà allestita nello spazio antistante la camera calda del pronto soccorso e servirà ad aumentare lo spazio a disposizione dei pazienti e degli operatori sanitari che vi operano per cercare di lavorare nel miglior modo possibile per la tutela dei pazienti cercando di evitare le lunghe ore di attesa – continua la dottoressa Nocella – Il costo per la realizzazione di tale struttura sarà di 400.000 € circa e non di 4 milioni di euro”.
“Per quanto riguarda il personale sanitario – aggiunge la presidente della commissione Salute e Sanità – l’Asl si è attivata per una ricognizione di nuovo personale sia per la tensostruttura Covid che per l’intero pronto soccorso. Si ribadisce inoltre che è altresì necessario la riconversione in piena autonomia dei reparti di chirurgia, vista la lunga fila d’attesa di interventi chirurgici, e di ortopedia. Al nostro ospedale serve sempre, e non solo in questo periodo, un’attenzione particolare da parte degli organi istituzionali in quanto si rispetta e si prende in considerazione seriamente la pandemia, ma non vi è solo il Covid. Ci sono patologie tempo dipendenti per le quali l’ampliamento degli spazi a disposizione e la diminuzione dei tempi d’attesa possono essere fondamentali per salvare una vita”.