Testamento, quali sono i parenti che possono impugnarli e chi rimane escluso

Quando si può contestare un testamento e, soprattutto, quali parenti possono impugnarlo? La risposta della Legge.

Quando si parla di eredità e di testamento la questione è sempre spinosa e delicata. Sono infatti numerosi i dubbi, gli errori e i cavilli in cui si può incorrere in materia testamentaria. La Legge, però, può aiutarci a fare chiarezza a riguardo.

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Testamento, quali sono i parenti che possono impugnarli e chi rimane escluso (Gazzettinodelgolfo.it)

Quest’oggi, in particolare, andremo a vedere in quali casi il testamento può essere contestato e, soprattutto, da chi. Non tutti coloro che restano esclusi dal testamento del defunto possono, infatti, impugnarlo e chiedere che venga riconosciuta la propria parte.

Se da un lato tutto sembra essere abbastanza lineare nel caso in cui vi siano dei parenti legittimi, dall’altro la situazione tende a complicarsi ulteriormente quando il defunto non è sposato né tanto meno ha figli.

Validità testamento: quali sono i parenti che possono impugnarlo?

Prima di vedere quali sono i parenti che possono impugnare un testamento, è bene precisare che ciascuno di noi è libero di lasciare i propri beni a chi vuole. Tuttavia, non è possibile escludere dall’eredità i cosiddetti ‘legittimari’, vale a dire:

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Validità testamento: quali sono i parenti che possono impugnarlo? (Gazzettinodelgolfo.it)
  • il coniuge, anche se separato;
  • la parte dell’unione civile;
  • i figli, inclusi quelli adottivi o nati da precedenti unioni, anche non all’interno del matrimonio;
  • i genitori, se il defunto non ha coniuge né figli.

Se i figli rinunciano all’eredità o sono morti prima del testatore, al loro posto subentrano i nipoti (i figli dei figli). Sono dunque questi gli unici parenti che non possono essere esclusi da testamento. Pertanto, nel caso in cui il defunto abbia deciso di lasciare i propri averi ad altri soggetti, i parenti sopra menzionati potranno impugnare il testamento e pretendere che venga riconosciuta la loro parte di eredità, anche a dispetto delle volontà del testatore, entro 10 anni dall’apertura della successione.

Una persona non sposata o divorziata e priva di discendenti, invece, può lasciare l’eredità a chi vuole, salvo particolari eccezioni. Qualsiasi soggetto può infatti contestare un testamento senza limiti di tempo qualora venga dichiarato nullo. Questa condizione si verifica se il testamento non è firmato o la firma non è autentica, se non è stato scritto di pugno dal defunto o risulta contraffatto o alterato oppure se è stato sostituito da un testamento successivo.

È chiaro tuttavia che colui che impugna un testamento dovrà avere un qualche interesse in merito. Si presuppone quindi si tratti sempre di un successore legittimo. Anche nel caso del ‘vizio di volontà’, cioè quando il testatore non essendo in grado di intendere e di volere è stato manipolato da terzi, è possibile per i parenti prossimi impugnare il testamento entro 5 anni dalla successione.

Si ricorda infine che il testamento può anche essere impugnato per dolo, violenza fisica o psicologica oppure nel caso di errore. I soggetti che possono farlo rimangono sempre gli stessi. Restano ovviamente esclusi quelli non citati.

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