Fra due settimane, sebbene non sia giunta comunicazione ufficiale, l’Italia dirà addio all’ultima bandiera rimasta. Forse, perché proprio nella Roma c’è un De Rossi che altre maglie non ha mai vestito, ma il rinnovo non sembra clamorosamente così scontato. Persino Del Piero ha vestito altre maglie, lo stesso Javier Zanetti, fino ad arrivare agli idoli stranieri che prima o poi hanno ceduto ad altre realtà: da Pelé a Raul, c’è sempre stato un qualcosa che ha reso più unici che rari quei giocatori capaci davvero di vestire una sola maglia, quasi fosse una seconda pelle, per un’intera carriera. Francesco Totti è fra di essi.
Con Maldini vanta un record incredibile, 25 stagioni di fila sempre con la stessa ed unica maglia da quando sono diventati professionisti: un record che sembra destinato a rimanere alla pari con l’ex rossonero, perché una ventiseiesima è quanto mai improbabile. Il pupone si ritira, giocherà all’Olimpico contro il Genoa l’ultima partita della sua vita sportiva, ovviamente con quella maglia che lo ha consacrato ad idolo di un’intera città. Quel giorno cadrà una bandiera, fra le ultimissime rimaste, figlia di un calcio che non c’è più: retorica, ma quanto mai tristemente vera. I soldi hanno reso impossibile, o quasi, dire di no a valanghe di quattrini asiatici, arabi o americani: a fine carriera un’opportunità troppo ghiotta per essere rigettata al mittente. Basti pensare a Tevez, che ha abbandonato sul più bello la Juventus spinto dall’amore per il Boca, dove è tornato giusto il tempo di un anno prima di accettare il furgone di monete provenienti dalla Cina.
Il calcio non ammette più icone, figure alle quali aggrapparsi con tutto il cuore, prima o poi se ne vanno. Totti è rimasto, ha detto no al Real Madrid, ha rinunciato ad una carriera che gli avrebbe potuto portare un mare di trofei in più sia individuali che di squadra, oltre a dei milioni in più rispetto ai comunque tanti incassati sino ai 40 anni di età. Ma “uno Scudetto a Roma vale 10 altrove”, lo ha detto lui e non si fatica a crederci. Ha vinto un Mondiale, ha vinto soprattutto l’amore della città più bella del mondo e questo non ha prezzo o non è da barattare con un armadio colmo di coppette.
Ma oggi, Francesco, quanto varrebbe? Le valutazioni recenti farebbero volare la valutazione del n.10 giallorosso nel pieno della sua carriera ben oltre i 100 milioni di euro. Pensare a Martial pagato oltre 80, Pogba attorno ai 100, così come Bale: nessuno di questi ha più talento e follia dell’ottavo Re di Roma. Così come i prossimi grandi colpi del mercato: Mbappé Lukaku, Aubameyang, Kane, grandi giocatori pronti ad essere pagati dai 50 milioni fino ad oltrepassare il nuovo record per il trasferimento più costoso. Se quel ragazzino capace di segnare 250 gol con la stessa maglia avesse detto addio a Trigoria avrebbe reso ricca una società per gli anni a venire.
Oggi, anche per questo, ha ottenuto il rispetto di tutti.
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