Non tutti i lavoratori, nei prossimi giorni, riceveranno la gratifica natalizia in un’unica soluzione, dato che potrebbero aver optato per l’erogazione a rate.
Nei prossimi giorni, milioni di lavoratori italiani riceveranno la tredicesima, ossia una mensilità aggiuntiva alla retribuzione annua, introdotta in Italia nel 1937. Inizialmente, quella che viene definita come gratifica natalizia, poiché erogata solitamente nel mese di dicembre, era destinata ai lavoratori del settore industriale, in seguito è stata estesa ad altri settori.
Molti non sanno che la mensilità aggiuntiva alla retribuzione annua, in alcuni casi, può anche essere erogata a rate e non in un’unica soluzione, circostanza che può rappresentare un vantaggio per il lavoratore, ma anche per il datore di lavoro.
Tredicesima a rate, come funziona l’erogazione mensile della gratifica natalizia
Il mese di dicembre è ormai entrato nel vivo e milioni di lavoratori sono in attesa della tredicesima che solitamente viene erogata entro il 24 del mese. Quest’anno, per alcuni lavoratori dipendenti la gratifica natalizia sarà più ricca in virtù del Bonus Natale, il contributo una tantum sino a 100 euro stabilito dal Governo e destinato a chi è in possesso di determinati requisiti.
Per i pensionati la tredicesima mensilità è stata già erogata insieme al rateo di dicembre, mentre i lavoratori dovranno attendere ancora qualche giorno. C’è chi, però, ha optato per il pagamento della tredicesima a rate, questa formula prevede che il lavoratore riceva la somma aggiuntiva spalmata nelle 12 mensilità di retribuzione. Nessuna legge, difatti, vieta l’erogazione mensile della tredicesima, a patto che il divieto non sia esplicitamente indicato nel contratto collettivo di lavoro applicato. La formula può essere prevista, dunque, attraverso un accordo sindacale aziendale o in un accordo individuale stipulato tra il datore di lavoro e il lavoratore stesso. In ogni caso tale scelta, dunque, spetta all’azienda.
Il pagamento distribuito nell’arco dell’anno può rappresentare un vantaggio per entrambe le parti: il datore di lavoro può avere una gestione dei flussi di cassa più semplice non dovendo sborsare le intere somme nel mese di dicembre, mentre il lavoratore può contare su una retribuzione mensile più alta non dovendo attendere la fine dell’anno per ricevere la somma.
È importante sottolineare che tale accordo non può determinare una tredicesima più bassa. La tredicesima suddivisa nell’arco dell’anno deve essere, dunque, di pari importo a quella che sarebbe stata versata a dicembre. Per fare un esempio, se al lavoratore spetta una tredicesima pari a 1.200 euro, scegliendo l’erogazione a rate, riceverà 100 euro in più in busta paga.