La battaglia contro la realizzazione del Forno Crematorio ai 25 Ponti dello scorso anno, ha messo in risalto la presenza in quell’area di beni archeologici come la chiesa di Sant’Angelo dei Marsi con affreschi del XIII secolo, il Torcolarium, edificio per la pigiatura del vino, il ponte Romano sul torrente Pontone, ma tutto il territorio di Gaeta è pieno di resti della sua millenaria storia abbandonati a se stessi, spesso questi beni sono privati, o gestiti dalla Curia, è il caso emblematico delle tante chiese e strutture militari abbandonate nel centro storico di Gaeta Medioevale, ma anche i resti delle cisterne romane e del Sepolcreto Marittimo inglobati nei moderni edifici del primo tratto di Via dell’Indipendenza.
Come Assemblea popolare Difendi Gaeta denunciamo la mancanza di una pianificazione nel recupero e nella valorizzazione di queste risorse turistiche. Se eletti ci attiveremo da subito in cooperazione con i Comuni limitrofi per recuperare fondi pubblici da investire in una mappatura di questi beni, una vera e propria Carta Archeologica, strumento fondamentale per la gestione del patrimonio storico artistico e architettonico di cui è ricco il nostro territorio.
Un’altra critica emersa dal confronto con gli operatori del settore turistico locale è riferita al modo in cui i pochi beni ad oggi visitabili sono gestiti, in particolare due dei più frequentati dai flussi turistici organizzati ovvero la Cappella d’Oro e la Cripta di Sant’Erasmo, dati in gestione ad associazioni o lasciati al libero arbitrio di strani personaggi a cui non si sa a quale titolo è concesso possedere le chiavi di questi e di tantissimi altri luoghi storici dell’intero comprensorio. La cosa più grave è che l’apertura degli stessi ricade spessissimo sulle spalle di giovani lavoratori sottopagati, o tirocinanti universitari che prestano il proprio servizio spesso gratuitamente.
La nostra proposta invece, sottoscritta anche da circa 500 cittadini e sottoposta senza risposte a chi ci amministrava, è di creare delle figure professionali stabili assunte regolarmente tramite un’Azienda Speciale, a gestione pubblica e affiancata da un organo di controllo formato dagli stessi dipendenti.
Stesso discorso vale per la promozione del nostro territorio: è mai possibile che quella di Gaeta si debba affidare prevalentemente ad una pubblicità commerciale su una radio privata legata ad un singolo evento e le scenette euforiche, auto celebrative e sempre più arroganti del primo cittadino durante interviste locali? Anche in questo caso serve una cooperazione con i comuni limitrofi e figure professionali del marketing territoriale stabili che lavorino in sinergia con la Proloco e le Cooperative del settore, non elargendo migliaia di euro a ristretti gruppi di interessi per ricavarne qualche voto in più, come è avvenuto invece in questi ultimi dieci anni.
Un ulteriore proposta uscita dall’assemblea è quella di creare dei percorsi, attraverso adeguate e razionali scelte urbanistiche, anche andando a recuperare e valorizzare una serie di monumenti e luoghi storici lasciati a se stessi, invitando i turisti a parcheggiare in aree preposte a nodi di smistamento all’ingresso della città con navette elettriche che portino verso il centro con sosta in punti strategici, per poi farli proseguire a piedi per esempio in via Indipendenza, in modo da ravvivarne anche il primo tratto ormai del tutto morto che va dalla Piaja fino al centro.
Comunicato stampa