Turismo in Italia significa cultura, ambiente, istruzione, infrastrutture, edilizia, servizi ed altro ancora. Turismo significa anche un approccio diverso della politica nei confronti del territorio e racchiude, in sostanza, tutti gli elementi che rappresentano una possibilità di sviluppo economico, sociale e politico.
Il turismo coniuga le diverse potenzialità dei territori e per la regione Lazio, rappresenta l’anima di una vera strategia di rilancio politico ed economico .
Il 10% delle entrate complessive dello Stato Italiano riguardano il settore culturale. Poca cosa in proporzione al nostro patrimonio che rappresenta invece il più importante patrimonio artistico e culturale del mondo. Questo è il chiaro sintomo che tale settore non è guardato con importanza e non rappresenta ancora una risorsa da sfruttare appieno.
Oltre 47milioni i turisti all’anno in Italia. In Francia, nostra cugina, 83 milioni. Quali differenze? Infrastrutture, trasporti, fondi d’investimento per il turismo e soprattutto una strategia di promozione del settore.
Non comprendere la centralità del settore turistico in Italia e principalmente nella nostra Regione, significa non sfruttare l’unica risorsa che può concretamente rappresentare una strategia vincente contro la crisi attuale. Una crisi non solo economica ma anche valoriale e identitaria che sembra impedire alla politica ed ai governanti di individuare e pianificare azioni di crescita sociale ed economica.
Per fare in modo che la politica valorizzi dovutamente questo importante settore servirebbe innanzitutto una visione unitaria di un modello di sviluppo incentrato sul turismo. Non si può continuare a gestire il settore in maniera “asettica”, relegandolo ad un argomento di secondo piano. Anzi, la strategia di un modello turistico dovrebbe essere alla base delle azioni di altri settori.
Bisognerebbe poi stilare un piano operativo che avesse come obiettivo quello di mettere a sistema tutti i servizi turistici laziali, e soprattutto inserire i diversi e peculiari territori del Lazio in un “piano di promozione” unitario. È assurdo che ancora oggi ogni singolo territorio si promuova da sé, senza una strategia comune che possa essere più vincente ed efficace.
Sarebbe ora che un progetto inclusivo di turismo e cultura fosse pianificato in modo efficace, efficiente, appropriato ed economico.
Eliminare quel forte statalismo che rende i nostri siti immobili, privi di dinamismo, aprire al settore privato una gestione degli stessi per renderli competitivi anche rispetto agli altri Stati d’Europa.
Il turismo è attivo ma andrebbe maggiormente incrementato assieme a quello culturale. Ciò segnerebbe la nostra forza nazionale.
Cos’ha l’Italia di magnifico?
I luoghi, l’arte, la cultura, la varietà dei territori, l’enogastronomia, la moda. Perché non rendere il made in Italy una filosofia di vita? Un modo di essere unico che solo gli italiani sappiano proporre ed esportare?
Comunicato Stampa
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