Il 27 Gennaio, la “Giornata della memoria” coincide con il giorno in cui le truppe sovietiche, nel 1945, entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, svelandone al mondo tutto l’orrore.
Da quelle tenebre riesce fortunosamente a “salvarsi” il “Diario 1941-1943” di Etty Hillesum (edito da Adelphi), un’ebrea olandese che proprio in quel campo perse la vita nel novembre del 1943, documento di grandissimo valore, in cui emerge il processo di crescita e la vivacità di questa donna straordinaria, la sua personale ed incessante ricerca dell’essenziale, del veramente umano, in aperto contrasto con l’inumanità che la circondava.
Il diario di Etty rappresenta prima di tutto un viaggio nel suo mondo interiore, profondo e positivo “Ci si lamenta di come sia buio al mattino..per me invece è spesso l’ora migliore del giorno –quando ho possibilità di pensare e studiare-….dopo giorni di vita interiore terribilmente intensa, ricerca di chiarezza, doglie patite per sentimenti e pensieri…ecco che poi tutto quest’affanno mi cade di dosso…..sento quasi una sorta di dolcezza anche verso me stessa… e sento di essere tutt’uno con la vita, che essa è grande e buona e attraente e eterna –e se tu dai tanta importanza a te stessa, ti agiti e fai chiasso, allora ti sfugge quella potente corrente che è appunto la vita”.
Ma l’ombra delle misure anti-semite inflitte dai nazisti si riflette via via sui suoi scritti, pur senza offuscare un’irriducibile amore per l’esistenza ”Bene, io accetto questa nuova certezza: vogliono il nostro totale annientamento. Ora lo so….Piccole barbarie si accumulano di giorno in giorno. Camminando per strada io so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in quell’altra un padre preso in ostaggio, o un figlio condannato a morte…e questo capita a due passi da casa mia. So quanto la gente è agitata, conosco il grande dolore umano che si accumula…Eppure io mi ritrovo sul petto nudo della vita, e le sue braccia mi circondano così dolci e protettive…io sento la vita in questo modo, continuo a lavorare e a vivere con la stessa convinzione e trovo la vita egualmente ricca di significato…”, arrivando ad individuare la sua personale soluzione “Ascoltarsi dentro. Non lasciarsi piu’ guidare da quello che si avvicina da fuori, ma da quello che s’innalza dentro.”
A cura di G. Sciarra