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Un esperto pontino per le Zone Economiche Speciali: Maurizio D’Amico porta l’Europa in Italia

È dedicato alle Zone Economiche Speciali (ZES) il saggio dell’Avvocato pontino Maurizio D’Amico di prossima pubblicazione nella Rivista “Diritto Comunitario e degli Scambi Internazionali”, che essendo stata fondata nel 1961, è la più antica rivista italiana di diritto europeo. Tale saggio segue un’altra sua pubblicazione sulle zone franche effettuata nel 2011 nella stessa rivista. L’Avv. D’Amico, oltre ad essere dipendente di un ente pubblico, è esperto in Diritto dell’Unione Europea (con una precedente esperienza svolta presso la Commissione LIBE del Parlamento Europeo) e docente di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione Europea in un Istituto Tecnico Superiore. È membro del Tavolo Tecnico Interistituzionale sulle Zone Economiche Speciali (ZES) istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato recentemente nominato Segretario Generale dell’Advisory Board della Federazione Mondiale delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali (FEMOZA) con sede a Ginevra, che dal 2003 ha lo status di osservatore presso la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e presso l’ Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO). FEMOZA è, l’organizzazione internazionale non governativa rappresentativa degli interessi delle zone franche e delle Zone Economiche Speciali che essendo stata fondata nel 1999 è la più antica e la più importante avendo rappresentanti in oltre 125 Paesi nel mondo.L’ Avv. D’Amico da diversi anni si occupa attivamente di Zone Franche e di Zone Economiche Speciali ed è diventato uno stimato esperto in questo settore, motivo per il quale è invitato frequentemente come relatore in diversi Convegni in Italia e all’estero per illustrare le caratteristiche strutturali e normative di tali strumenti, nonché i loro benefici. È stato autore del contenuto dei testi di due interrogazioni europarlamentari dedicate alle zone franche ed indirizzate alla Commissione Europea e alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Altresì ha fornito la sua collaborazione alla realizzazione di diversi emendamenti a proposte di legge e di interpellanze parlamentari in materia di zone franche e di ZES. Il recente incarico internazionale costituisce un riconoscimento importante per D’Amico, una nomina che riempie di orgoglio anche il comprensorio del Golfo. Ma cosa sono le Zone Economiche Speciali? “Sono aree geografiche dotate di una legislazione economica diversa da quella in atto, in cui è possibile inserire incentivi per attrarre investimenti diretti esteri (FDI) da parte di grandi gruppi imprenditoriali e di multinazionali. La Zona Economica Speciale permetterebbe di introdurre oltre alle agevolazioni doganali (se nella ZES è creata una Zona Franca doganale), anche le agevolazioni di carattere fiscale, sotto forma di riduzione delle imposte sui redditi (IRES), dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) o dei tributi locali (IMU, Tari, Tarsu) per gli immobili posseduti dalle imprese e utilizzati per l’attività economica, riduzione dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente”, spiega l’Avv. D’Amico. “Per attirare investitori, tuttavia, le sole agevolazioni fiscali non sono sufficienti: occorre inserire ulteriori tipologie di incentivi”. “Tra i fattori catalizzanti gli FDI, per le dinamiche esigenze della business community sono forse più decisive al riguardo, anche altre tipologie di incentivi, quali quelle amministrative ed infrastrutturali” spiega D’Amico. L’investitore crea impresa nell’area speciale contribuendo ad essere un fattore all’interno della Global Value Chain, un circuito di sviluppo che immette energie positive e soprattutto risorse nel settore economico dell’area di riferimento. Nell’Unione europea esistono 12 stati che hanno zone svantaggiate all’interno del proprio territorio. Di questi, solo due non hanno attivato delle ZES nel proprio territorio e sono l’Italia e la Grecia. In Italia, le regioni che hanno le maggiori possibilità di creare ZES con agevolazioni fiscali che possono prevedere le massime intensità di aiuto compatibili con il quadro normativo vigente dell’Unione Europea sono Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Attualmente esistono ZES in Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia, Portogallo e Spagna. La Polonia è la nazione che conta il numero maggiore di ZES, 14, il cui principale beneficio è costituito dall’esenzione fiscale sulle imposte sul reddito. In aggiunta agli aiuti agli investimenti la normativa europea ammette la possibilità che le piccole e medie imprese possano ottenere aiuti destinati a ridurre le spese correnti di una impresa non legate a investimenti iniziali. Tali spese includono i costi del personale, dei materiali, dei servizi appaltati, delle comunicazioni, dell’energia, della manutenzione, dell’affitto, di amministrazione”, spiega D’Amico. “La capacità catalizzatrice di FDI, di creazione di posti di lavoro, e quindi di abbassamento del tasso di disoccupazione, nonché l’idoneità a determinare l’incremento del commercio internazionale, l’accelerazione di un programma di sviluppo economico, e lo sviluppo del settore della tecnologia avanzata, fanno delle zone franche in genere e soprattutto delle ZES gli eccezionali volani per lo sviluppo economico e sociale di qualsiasi Paese” afferma D’Amico. Un professionista pontino al servizio dell’Italia e dell’Europa, una nomina che riempie di orgoglio non solo il diretto interessato, ma l’intera comunità del sudpontino che può annoverare tra i suoi cittadini un esperto con le competenze giuridiche che è stato in grado di rappresentare adeguatamente l’Italia a Barcellona (fra l’altro sede di una delle migliori zone franche e zone logistiche d’Europa) nell’ambito del Mediterranen Week of Economic Leaders 2016, dove, unico relatore italiano, ha partecipato alla Conferenza Internazionale sulle zone franche e sulle ZES, intitolata “2nd Mediterranean Free Trade & Special Economic Zones Forum”, il cui topic specifico quest’anno è stato “BEST PRACTICES TO ATTRACT FDI TO FREE ZONES – Global Action for Investment Facilitation, FDI Trends, Location and Logistics a critical point to succeed Free & Special Economic Zones, the best Location for FDI projects”. in occasione della quale, fra l’altro, è stato insignito del FEMOZA’ s Reward and Recognition 2016, per l’attività svolta nel settore delle zone franche e delle Zone Economiche Speciali.

redazione

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