Giovedì 24 gennaio, in prossimità della Giornata della Memoria che ricorda le vittime della Shoah, il Presidente della Repubblica Mattarella riceverà il sig. Livio Pedron, presidente onorario della Sezione di Formia dell’Associazione dei Mutilati ed Invalidi di guerra, per insignirlo della “medaglia d’onore” riservata ai deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale. Sono solo 35 i reduci, insigniti di questo riconoscimento, che, accompagnati da un solo familiare come previsto dal rigido protocollo, saranno ricevuti al Quirinale, nel contesto della cerimonia commemorativa delle persecuzioni antiebraiche che si svolge ogni anno alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche istituzionali, oltre che dei rappresentanti della Comunità ebraica; ad essi si affiancheranno gli studenti vincitori del concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, sul tema della Shoah. In questo felice connubio tra giovani e meno giovani, che coniuga l’impegno della testimonianza degli anziani con il dovere della memoria per le nuove generazioni, verranno consegnate le medaglie d’onore agli ex Internati Militari che hanno subito le amare conseguenze dell’armistizio dell’8 settembre 1943, rinchiusi nei lager tedeschi o utilizzati come manodopera nell’industria bellica del Terzo Reich, senza alcun diritto, sottoposti, gli uni e gli altri, a fame, freddo e vessazioni perché si erano rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini.
Tra i 600.000 militari italiani che, per la prima volta, dopo vent’anni di dittatura, avevano avuto la possibilità di scegliere se continuare a combattere al fianco dei Tedeschi o rifiutarsi di farlo, sapendo di andare incontro alle privazioni se non addirittura alla morte, come accadde per 40.000 di loro, c’era anche Livio Pedron che fu costretto a lavorare in Austria per un’industria metalmeccanica.
Di origini trentine, durante il conflitto bellico il presidente Pedron ha lasciato la sua Mezzocorona per essere incorporato nel 61° reggimento fanteria motorizzata Trento; dopo l’armistizio, è stato preso prigioniero ed è stato deportato in campo di concentramento, lo stammlager 12/A, dove è stato trattenuto per un mese. Successivamente, è stato costretto a lavorare nella Saurer Werke, fabbrica di Vienna che produceva motori per carri armati, dove fu inquadrato nelle squadre impegnate alla realizzazione di opere in muratura a difesa della fabbrica. Nell’aprile del 1945, approssimandosi l’arrivo delle truppe russe, riesce a fuggire e, dopo 800 chilometri percorsi a piedi seguendo i corsi d’acqua e nascondendosi nei boschi per non essere nuovamente arrestato dai Tedeschi, ritorna a casa, dove lavora nei vigneti di famiglia e, successivamente, in un altoforno. Assunto in ferrovia, si trasferisce a Formia nel 1963 con la sua famiglia composta da tre figli e dalla sua amata ed inseparabile consorte, nativa di Esperia.
Il momento di riflessione offerto dalla consegna della “medaglia d’onore” avrà un seguito immediato appena quattro giorni più tardi, lunedì 28, a Latina, presso il teatro comunale, alla presenza del prefetto dott.ssa Maria Rosa Trio che ha invitato Livio Pedron ed un altro testimone a parlare delle loro sofferenze davanti alle scolaresche.
Il sindaco di Formia, prof.ssa Paola Villa, appena appresa la notizia, si è congratulata con l’interessato facendogli pervenire un messaggio di stima e di apprezzamento per i sacrifici affrontati e per l’esempio di rigore etico, dimostrato durante la prigionia, e di amore per l’Italia, per la pace e per la libertà.
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