Di Alessia Maria Di Biase.
La storia di Annarita racconta l’esperienza di una vita toccata da un destino dispettoso, che sembra quasi divertirsi a mettere a dura prova questa donna, abusando della sua pazienza e della sua forza, quasi a volerla sfidare.
L’uomo è artefice del proprio destino, si dice, ma a volte, gli uomini e la sorte sono entrambi protagonisti nel teatro della vita, si incontrano e si scontrano perché ognuno di loro vuole guadagnare il posto in prima fila.
La ragione le prova tutte per sconfiggere la sorte fino ad arrivare alla più scontata conclusione che è meglio assecondare gli eventi che ci accadono, accogliendoli e accettandoli, piuttosto che contrastarli, perché sono una forza talmente più forte di noi che, andargli contro comporterebbe solo più grande fatica di quanto ne costa viverli.
E così, anche Annarita si imbatte in questo lungo braccio di ferro tra lei e la sua infertilità;per lungo tempo l’idea di concepire un figlio biologico è stata il centro della sua vita, ha condizionato la sua storia personale e di coppia, ha sopportato dolori fisici e psicologici che neppure poteva immaginare esistessero accanendosi sul inutilmente sul suo corpo.
In questa lunga guerra con l’incomprensibile mondo del concepimento qualche battaglia è stata anche vinta, Annarita riesce a rimanere incinta ma poi, il destino di cui sopra, è tornato alla carica fino a portare la protagonista alla resa.
In questo suo romanzo, “SEI NATA NEL MIO CUORE (pillole di vita di una mamma adottiva)”, l’autrice racconta la gioia del matrimonio, il desiderio di creare una famiglia, l’emozione del tentativo, la speranza di un accenno di gravidanza, ma anche il dolore delle cure, lo sconforto dell’aborto e la paura di non farcela.
Ma, racconta anche come tutta questa lunga e dolorosa battaglia l’abbia portata a vedere oltre la circonferenza del proprio ventre e più precisamente in Colombia, dove, dopo un lungo e travagliato viaggio ha incontrato la bambina che per anni ha cercato dentro di sé ma che in realtà esisteva già, nel suo cuore.
Deposte le armi, Annarita, alla fine del suo lungo calvario, comprende che ci sono molti e tanti modi per diventare genitori , aprendosi al meraviglioso mondo dell’adozione internazionale, scopre che tutto ciò che aveva inseguito si trovava dall’altra parte del mondo, era una bambina di due anni di nome Valentina.
Nelle pagine del suo diario, la mamma racconta i percorsi di questa storia d’amore infinito con quella che ormai è a tutti gli effetti sua figlia, una bambina, ormai cresciuta, che non dimentica anzi ricerca e trova le sue origini, che porta dentro e fuori di se i colori della sua Terra, ma che nel suo cuore ha inciso indissolubilmente i nomi dei suoi adorati genitori Annarita Rinaldi e Luciano Lorenzetti.