Un grande spazio, completamente interrato. Una rampa dalla pendenza leggera che piega il profilo della piazza e si insinua nel sottosuolo, digradando lentamente verso la cisterna. Un percorso visivo e sensoriale di grande potere evocativo. Che ha un basso impatto sulla vivibilità complessiva dell’area e non incide sul protagonismo della facciata della Chiesa di Santa Teresa. Il progetto vincitore del Concorso di idee che l’Amministrazione comunale ha bandito per il recupero e valorizzazione della Cisterna Borbonica posta sotto Piazza Marconi è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa in Comune alla presenza del Sindaco Sandro Bartolomeo.
Il vincitore del Concorso è Michele Bevivino, 29enne architetto di Bolzano. La sua idea è prevalsa sulle oltre 60 proposte pervenute in Comune. Pochi dubbi sul responso della Commissione Tecnica, successivamente avallato dalla Commissione Lavori Pubblici allargata ai Capigruppo che ieri si è riunita per esaminare l’intervento. Bevivino è iscritto all’ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia autonoma di Bolzano. Lavora in Italia e in Sud-America collaborando con diversi studi professionali internazionali. Si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano con votazione di 110 e lode. Ha svolto consulenza per diverse agenzie e conseguito un master in progettazione architettonica avanzata presso l’Universidad di Buenos Aires. Ha maturato esperienza professionale nel settore residenziale, ricreativo commerciale e urbanistico in Italia, Argentina, Spagna, Bolivia, Cile e Uruguay.
Sorge nei sotterranei di Piazza Marconi. Fu probabilmente predisposta per recepire le acque di una falda già utilizzata in epoca romana e riscoperta nel 1857. L’acqua accumulata doveva rifornire il piano inferiore dell’attuale Municipio (ex monastero che i Borboni ampliarono a metà ‘800 trasformandolo in una caserma militare) e, in particolare, le stalle del reparto di cavalleria: i cosiddetti Stalloni che costeggiano l’attuale “Corte comunale”. Al complesso si accede attraverso un tombino d’epoca fascista da cui si penetra in un basso cunicolo
L’intervento di recupero e valorizzazione costerà 350 mila euro (comprensivo di lavori, premio di 10 mila euro per la vittoria al concorso di idee e progettazione esecutiva). L’opera sarà finanziata con le economie dei fondi Plus che ammontano a un totale di 1,3 milioni di euro.
Lungo la linea direttrice che congiunge la piazza al mare il progetto opta per un profilo interrato, senza scale o ascensori. L’idea è di riprodurre un nuovo “vuoto” che, durante la camminata, consenta di mantenere continuamente il contatto visivo e sensoriale con le preesistenze circostanti, con la piazza e la chiesa, con il cielo e l’intorno. L’accesso alla cisterna è garantito da un sistema di rampe successive dalla pendenza molto lieve. Questo consentirà la fruizione del sito anche a disabili, anziani e bambini. Le prime due rampe conducono ad un livello intermedio (servito da ascensore e illuminato da piccoli lucernari) dove troverà spazio anche un punto informativo per i visitatori ed un’area che il progetto destina ad emeroteca ma che, su suggerimento del Sindaco, dovrebbe in futuro contenere resti archeologici della Formia romana, a disposizione della città anche al di fuori dell’orario di visita della cisterna. Proseguendo il percorso di discesa, accompagnato da pannelli informativi e aperture verso la cisterna, si raggiunge il vero e proprio ingresso alle campate con un leggero percorso a passerelle: una passeggiata all’interno del caveau di Piazza Santa Teresa. Il grande vuoto della cisterna viene rispettato da un disegno leggero di passerelle che attraversano solo due campate permettendo al visitatore di percepire i volumi e la presenza dell’acqua. La grande campata centrale rimane libera, come uno spazio solo da ammirare. Le texture delle pareti vengono guardate da vicino e i pilastri ritmano il percorso senza mai venire toccati.
L’obiettivo è di concludere l’opera per fine giugno-metà luglio. Scadenze imposte dai finanziamenti europei.
Durante la conferenza stampa il Sindaco ha lasciato integralmente la scena all’architetto progettista, sollecitando però la necessità di una forte promozione turistica e la definizione di in un percorso che metta in collegamento le grandi cisterne esistenti sul territorio comunale: il Cisternone di Castellone, la Cisterna Borbonica di Piazza Marconi e quella a 36 colonne della Villa di Mamurra, nell’area parco di Gianola. “Abbiamo un patrimonio straordinario – ha ribadito –. Non ci resta che continuare a lavorare per porre tutto a sistema”.
Box informativo sulla Cisterna borbonica
Attualmente si accede al complesso attraverso un tombino d’epoca fascista, da cui si penetra in un basso cunicolo che porta ad un una delle due campate intercomunicanti di cui si compone il vano sotterraneo di circa 250 metri quadrati con una altezza all’imposta delle volte di circa 4 metri ed una capienza di circa 1000 metri cubi. Il manufatto esistente è geometricamente riconducibile ad un prisma a base rettangolare caratterizzato da un sistema di campate quadrate composte da volte a vela. Il numero di campate è di dodici dall’interasse di sei metri, con pilastri in muratura a sezione quadrata con lato di 120 centimetri. L’altezza delle volte all’imposta è di sei metri e trenta centimetri e alla chiave è di otto metri. Il sistema è perfettamente stereometrico nel solco della tradizione costruttiva borbonica. I muri rivestiti di intonaco impermeabile a cocciopesto sono realizzati in mattoni evidentemente ottocenteschi, mentre le volte sono realizzate con conci di tufo e mattoni di innegabile fattura moderna.
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