Il 7 giugno una doppia inaugurazione, una per ogni torre, che già svela l’anima del progetto artistico “Vedute di Formia dalle Torri di Castellone e Mola” promosso dall’Associazione Seminaria Sogninterra in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Formia con l’azione dell’artista Andrea Aquilanti a cura di Marianna Fazzi.
Il 7 giugno alle ore 19 presso la torre di Castellone si terrà la presentazione dell’azione dell’artista Andrea Aquilanti a cura di Marianna Fazzi e alle ore 20:00 presso la Torre di Mola l’inaugurazione delle istallazioni che saranno visitabili tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 20.00 (Mola) e dalle ore 18.00 alle 24.00 (Castellone) fino al 21 giugno.
Nel lavoro di Andrea Aquilanti disegno e proiezione saranno gli strumenti utilizzati per realizzare un gioco di attraversamenti visivi e temporali, in costante equilibrio tra la realtà e la simulazione, tra la presenza e l’emozione dell’assenza del passato. Il punto di partenza saranno le VEDUTE e gli scorci che si offrivano da questi monumenti ai viaggiatori del Gran Tour a inizio ‘800, alla ricerca di una visione perduta che unisca antico e moderno.
Artista tra i più sperimentali della sua generazione, Andrea Aquilanti caratterizza i suoi lavori grazie a una costante ricerca di un rinnovato senso di meraviglia e insieme di abbandono che riesce a imprimere nelle sue opere, nelle quali risulta fondamentale la presenza attiva da parte del fruitore. Giocando costantemente intorno ai processi di costruzione e di percezione, nelle sue opere l’immagine muta senza sosta, subisce una serie di passaggi che partono dalla sua destrutturazione fino allo sdoppiamento e alla dissolvenza nell’interazione continua con lo spettatore.
Nel 2020 ricorrerà un anniversario importante per la storia della città: per la prima volta, dopo secoli di assoggettamento alla vicina Gaeta, nel 1819 iniziò il suo processo di autonomia per arrivare poi, nel marzo del 1820, a ottenere il nome temporaneo di Comune di Mola e Castellone. Un episodio che vale la pena raccontare, soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui si parla di temi come il sovranismo e in cui sorge la necessità di mettere in evidenza l’identità complessa dei comuni italiani, una storia fatta di integrazione e libertà. Il progetto si pone l’obiettivo di provare a ricomporre, almeno idealmente, quella forma di città in cui Formia non ha mai avuto la possibilità di conoscersi e riconoscersi, un’unità teorica raggiunta poi spontaneamente, perché nel frattempo la sua urbanizzazione è semplicemente esplosa. Questa forma ci costringe a ripensare il nostro rapporto con il tempo dell’abitare, condizione che non è né univoca né lineare.
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