Vento di guerra in Siria. Con il passare delle ore prende corpo l’ipotesi di un imminente attacco alla repubblica araba. L’Italia però si chiama fuori. Per il ministro degli Esteri, Emma Bonino, per l’Italia “non sarebbe automatico concedere le basi o intervenire” anche se dovesse arrivare l’ok dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Indipendentemente dall’intervento italiano, nelle nostre acque territoriali potrebbero passare, direzione Siria, le unità navali statunitensi, appartenenti alla Sesta Flotta della Marina Militare Americana, di stanza, permanente o occasionale, in nodi strategici nostrani, quali Taranto, Livorno, La Spezia, Gaeta, Napoli, Augusta e Sigonella. Allo stato attuale la Sixth Fleet, con sede a Gaeta, dovrebbe essere composta da 40 navi, 175 velivoli e 21.000 militari.
La missione della Sesta Flotta americana, schierata da sempre nel Mediterraneo, è quella di condurre operazioni marittime e missioni di cooperazione per la sicurezza dell’area assegnata in concerto con la NATO, per assicurare la sicurezza e la stabilità in Europa e in Africa.