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Fondi

Viaggiando nella storia: Fondi, tra passato ed avanguardia

di Krizia Celano

Situato nel sud pontino, a metà strada tra Roma e Napoli, si estende ai piedi dei monti Aurunci ed Ausoni il comune di Fondi.

Aperta a Sud verso il Mar Tirreno, essa vanta la presenza di un lago costiero che stabilisce, grazie alla comunicazione con il mare tramite canali, un’alternanza tra le acque dolci e salate.

In età preromana il territorio di Fondi fu abitato dagli Aurunci e successivamente dai Volsci, ma il vero primo riferimento storico alla città risale al IV secolo a.C., quando essa ricevette, insieme a Formia, la cittadinanza romana senza diritto di voto.

La sua funzione di valido presidio sui confini del territorio romano fu ripresa in epoca medievale, quando Fondi venne associata ai patrimonia ecclesiastici e al ducato di Gaeta: questa zona del sud pontino divenne infatti particolarmente rilevante in quest’epoca, in funzione degli alterni rapporti tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.

In seguito passò in mano ai Dell’Aquila ed ai Caetani che ne fecero per circa due secoli il centro della loro influenza e la sede di uno sviluppo artistico di rilievo. Nel 1378 Onorato I Caetani vi riunì il conclave che elesse l’antipapa Clemente VII, in opposizione al legittimo pontefice Urbano VI.

Passata in seguito sotto il dominio aragonese, venne concessa in feudo ai Colonna – sotto i quali conobbe un rinnovato periodo di splendore artistico e culturale grazie alla ricchezza della corte di Giulia Gonzaga, che vi si stabilì dal 1526 al 1534 – e infine ai di Sangro.

I due saccheggi ad opera dei saraceni, guidati da Khayr al-Din detto il Barbarossa, però, segnarono il declino della città insieme ad un’epidemia di malaria che ridusse notevolmente la popolazione.

Facente ancora parte della provincia di Terra di Lavoro venne inclusa nel Regno di Sardegna nel 1861 ed a seguito del periodo fascista, creata la provincia di Latina, iniziò a farne parte.

La presenza di una comunità ebraica a Fondi è attestata a partire dall’epoca romana fino agli inizi del XVII secolo; per la sua posizione di confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, essa non fu toccata dai decreti pontifici di espulsione della fine del XVI secolo, essendo allora Fondi nel territorio del Regno di Napoli. La fine della presenza ebraica, però, sembra legata all’epidemia di malaria del 1633, che spopolò il paese.

Nel quartiere ebraico, difatti, in piazza dell’Olmo Perino, si trova un edificio comunitario, chiamato casa degli Spiriti, che fu con ogni probabilità usato come lazzaretto dalla comunità nel corso dell’epidemia.

L’impianto del centro storico presenta il classico schema romano a due assi ortogonali (decumano e cardine), racchiuso in una cerchia quadrangolare di mura, di cui sono visibili ampi tratti in opus poligonale e in incertum, integrate da torri di epoca successiva. Il decumano principale coincide con il tratto urbano della via Appia, proveniente da Terracina e diretta a Itri, mentre l’antico foro è conservato dall’attuale piazza della Collegiata.

Il Palazzo del principe, eretto tra il 1466 e il 1477, è forse opera dell’architetto catalano Matteo Forcimanya. I suoi portali, la bifora, il cortile e i loggiati costituiscono una interessante sintesi di elementi angioini e gotico-catalani.

Il castello baronale, con la caratteristica torre cilindrica su base quadrata di oltre 31 metri, simbolo della città, venne eretto nel XIV secolo da Roffredo III Caetani su un tratto delle mura romane. Le torri angolari merlate e gli altri caratteri di palazzo fortificato non impedirono tuttavia a Giulia Gonzaga di installarvi la sua corte di letterati e artisti nel Cinquecento. Dal 1997 è sede del museo civico.

Il duomo di San Pietro risale al XII secolo nel suo aspetto attuale, ma insiste su preesistenze romane. Ospita il sepolcro di Cristoforo Caetani, una cattedra vescovile marmorea e un pulpito con mosaici cosmateschi del XIII secolo. Vi sono inoltre conservati i dipinti del Trittico dell’Annunciazione di Cristoforo Scacco e della Maestà con san Pietro e san Paolo di Antoniazzo Romano.

La collegiata di Santa Maria Assunta- Santuario Madonna del cielo, voluta da Onorato II Caetani, è stata realizzata alla fine del Quattrocento con pianta a croce latina e a tre navate. Oltre agli altari rinascimentali, vi sono conservati un ciborio che risale al 1491 e la venerata statua della Madonna del Cielo.

Nell’estate 1998 le Città di Fondi e Dachau stipularono un contratto di gemellaggio finalizzato a rafforzare i legami di amicizia e la collaborazione reciproca. Il vincolo tra le due cittadine si è sempre più consolidato nel corso degli anni, mettendo in evidenza una graditissima sintonia tra le Amministrazioni e soprattutto tra le rispettive cittadine e anche tra alcune realtà associative. Tra le iniziative promosse si evidenziano: lo scambio culturale, che si è concretizzato attraverso l’organizzazione di scambi tra ragazzi delle scuole superiori finalizzati al rafforzamento dell’amicizia e al miglioramento della lingua inglese; la reciproca ospitalità per una settimana di delegazioni di anziani; le visite degli amministratori nel corso di alcune ricorrenze tradizionali, come la festa del popolo “Wolkfest”; la visita di gruppi – compagini sportive, band musicali – e la partecipazione a fiere turistiche ed eventi di promozione dei territori e dei rispettivi prodotti tipici; gli incontri degli amministratori di Fondi e Dachau negli Istituti scolastici Superiori; la visita di scolaresche di Fondi all’ex campo di concentramento della cittadina bavarese; l’ospitalità gratuità di due universitari di Fondi per un periodo di 10 giorni da parte del Comune di Dachau all’International Youth Meeting, simposio internazionale della gioventù dove ragazzi provenienti da tutto il mondo si incontrano per frequentare laboratori, affrontare temi che hanno come riferimento l’amicizia tra i popoli e contestualmente perfezionare la lingua inglese; concerti e spettacoli nelle rispettive cittadine; mostre e convegni organizzati congiuntamente.

E’ difatti questo uno degli insegnamenti di questa cittadina così antica eppur all’avanguardia: stabilire legami, accettare le diversità ed onorarle.

Anche essendo piena di storia ed antichità, Fondi non è ferma sul passato bensì proiettata ad un futuro che la renderà sempre più viva.

D’altronde, il compito di una comunità è sicuramente quello di invogliare i giovani e promuovere le loro idee, insegnando loro l’importanza dell’essere unici e la consapevolezza di non essere mai i soli.

redazione

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