di Krizia Celano
Menzionato nel “Codex diplomaticus cajetanus” come “terram… Santum Cosmate”, il comune di Santi Cosma e Damiano custodisce memorie storiche inaspettate. Dalla “Guerra Latina”, impressa da Tito Livio negli “Annales”, che vide antagonisti i Romani e la lega degli Aurunci, alla Seconda Guerra Mondiale, dalla quale il piccolo paese fu duramente colpito, pagando enormi tributi, passando per il medioevo, periodo storico in cui i Casali di Santi Cosma e Damiano crebbero come villaggio autonomo, adiacente alle fortificazioni del “Castrum Forte” (oggi comune di Castelforte), punto di vedetta a guardia della foce del Garigliano.
Ciononostante, il comune del basso Lazio è oggi noto soprattutto per la sua connessione con i Santi Martiri da cui ha preso il nome: San Cosma e San Damiano. Dei due gemelli è noto che fossero nati in Arabia e che si dedicassero con devozione alla cura dei malati, disponendo di grandi conoscenze mediche apprese in Siria. Una vera e propria missione, la loro, che praticavano l’arte medica senza ricevere alcun compenso; di qui il loro soprannome di “anàgiri”, termine di derivazione greca che significa letteralmente “senza argento”, “senza denaro”.
Secondo la tradizione popolare, i due santi avrebbero attraversato il territorio dove ora sorge l’omonimo comune, sostando in una grotta prima di riprendere il loro viaggio verso Roma. E’ proprio su questa grotta che fu edificata la chiesa patronale, oggi santuario dei santi Cosma e Damiano, che domina il centro storico del paese. L’attuale facciata dell’edificio è molto differente rispetto a quella seicentesca, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, pur conservandone la struttura tripartita.
All’interno si staglia l’iscrizione dedicata ai Santi medici e sulle porte laterali emergono i caratteri latini che raccontano delle loro virtù taumaturgiche. Riconoscimento e motivo di vanto per l’intero comune, il conferimento della denominazione di “santuario” alla chiesa, il 26 settembre 2014. Non casualmente è stato scelto proprio il giorno della festa patronale per conferire al luogo sacro una nuova veste, rendendolo luogo di grande rilevanza religiosa, di venerazione e pellegrinaggio.
Ulteriore onorificenza il conferimento, nel 2002, della “medaglia d’oro al valor civile”; Santi Cosma e Damiano, difatti, vide il proprio territorio attraversato dalla celebre “Linea Gustav”, linea di fortificazione difensiva voluta da Hitler con disposizione del 4 Ottobre 1943. Per oltre nove mesi, tra il 1943 e il 1944, il territorio del paese fu tragicamente sottoposto a bombardamenti che distrussero gran parte dell’abitato. La popolazione fu logorata dai soprusi degli occupanti tedeschi e poi allontanata; i superstiti rimasti, dovettero subire l’ulteriore tormento causato dal passaggio delle truppe marocchine.
Un luogo, dunque, caratterizzato da numerose cicatrici, manifesto di radici storiche profonde, tradizione, cultura religiosa e popolare. Un piccolo comune, che, come singolo tassello di un grande mosaico, testimonia l’importanza dei contenuti locali; della memoria storica tramandata per generazioni che plasma il nostro percorso di vita, permettendoci di guardare al futuro forti della consapevolezza di un passato che ha lasciato segni ancora tangibili.
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