Le ultime vicende del Tribunale di Latina hanno alimentato dubbi sulla regolarità di alcune procedure fallimentari tra cui – la stampa ne parla da giorni – quella che ha avuto come protagonista la “Formia Servizi spa”. Che tale procedura rechi elementi di anomalia appare sempre più chiaro, considerato che parliamo di una società controllata dal Comune per il 60% del suo capitale sociale. Gli esponenti politici che governavano Formia all’epoca della dichiarazione di fallimento di colpo si accorgono oggi di tali stranezze. Di più: con la teoria del “noi lo avevamo pensato” lanciano anatemi e accuse in varie direzioni, senza risparmiare nessuno.
I controllori e tutori della società (in testa l’allora sindaco Forte) non fecero nulla per prevenire il fallimento della “Formia Servizi”. Basta consultare gli atti giudiziari per rendersi conto di come l’ex Amministrazione comunale sposò la teoria del fallimento. Mai il Comune intese costituirsi contro tale anomala procedura. L’unico che lo fece, fino all’ultimo grado di giudizio, fu la società “Multipiano del Golfo” del Sig. Gino Di Cesare. In quella sede dovette scontrarsi con un Comune che, al posto di tutelare il suo bene, preferiva lasciarlo al suo destino.
La stessa acquisizione al patrimonio comunale del multipiano “Aldo Moro” avrà un costo molto più elevato dei 350 mila euro messi in bilancio dall’Amministrazione Forte: il valore dell’opera dovrà essere determinato da un perito nominato dal Tribunale ma dovremo ragionare su una somma di qualche milione di euro. Ciò che viene mostrato all’opinione pubblica come un grande risultato non è altro che l’acquisto, dislocato nel tempo, di un bene che dovremo comunque adeguatamente pagare.
Tutto ciò è avvenuto quando la “Formia Servizi spa” non doveva, né poteva fallire.
Abbiamo sempre evidenziato come la vendita dei box del multipiano, le cui prenotazioni erano già all’epoca numerose (si chieda conferma al notaio Schettino), avrebbe contribuito a ripianare l’intero passivo creando anche una notevole plusvalenza. Sarebbe bastato alla società per andare avanti, pagare le rate di mutuo e gli altri debiti contratti con i costruttori del parcheggio, salvaguardando inoltre interamente i 31 posti di lavoro.
Ricordo con molta nettezza (molti video lo documentano) che il Sindaco Forte partecipò all’inaugurazione dell’opera con l’Arcivescovo, l’Amministratore delegato della Formia Servizi ed altri. Nell’occasione, brindò alla realizzazione di questa importante opera per la città. Analogamente, ricordo che all’impresa costruttrice furono richieste accelerazioni per la definizione dell’opera (circa 200 mila euro) nell’imminenza delle elezioni regionali del 2010. Tutto ciò dimostra la contraddittorietà di chi oggi vuole da questa vicenda ricavare qualche piccolo vantaggio d’opinione omettendo però di raccontare come stanno esattamente le cose.
Un’ultima notazione di carattere strettamente politico: fermo restando il dovuto garantismo che ci obbliga a ritenere innocente chiunque fino al terzo grado di giudizio, è davvero paradossale che di fronte a questa situazione si vadano a cercare responsabilità nel Pd e nel Pdl. Inoltre, dire che i lavoratori sono stati tutti assorbiti nella società subentrata alla “Formia Servizi” è semplicemente una bugia. Dei 31 dipendenti solo 18 sono stati infatti inglobati nella SIS. La stessa società prescelta dall’ex sindaco Forte per gestire i parcheggi oggi chiede di andarsene perché il bando tramite cui è stata selezionata non corrisponde ad obiettivi di compatibilità economica.
In conclusione, ritengo che l’intera vicenda vada affrontata senza strumentalità e con maggiore senso di responsabilità. Per quanto mi riguarda, voglio tranquillizzare l’ex sindaco: il Comune di Formia si farà carico di accertare attraverso una specifica azione giudiziaria se il fallimento della “Formia Servizi” fosse realmente necessario o, piuttosto, sia da annoverare tra le operazioni speculative che la magistratura ipotizza a carico delle persone inquisite nell’ambito dell’inchiesta sul Tribunale fallimentare di Latina.