L´Organico dei Vigili del Fuoco è composto da una componente professionista, detta permanente, ed una volontaria, richiamata in servizio per le esigenze dei distaccamenti volontari e dei Comandi Provinciali in caso di necessitá legate al soccorso, ma da qualche tempo anche per svolgere servizi d´istituto ed, ahimé, per sopperire alla cronica carenza di personale della componente professionista. La componente volontaria é regolamentata dall´attuale DPR76 emanato nel 2004, che nel tempo, ha mostrato numerose “storture” strutturali e gestionali del personale stesso, diventando una vera e propria macchina “sforna precari”, vista l´enorme mole di personale formato con l´illusione di poter svolgere in maniera precaria, il mestiere del Vigile del Fuoco Volontario, sia all´interno dei distaccamenti volontari a chiamata, che nei Comandi Provinciali in servizio discontinuo. Dopo oltre due mesi dall’uscita della bozza definitiva per riformare il sistema di volontariato nei Vigili del Fuoco, siamo stati avvisati che il nuovo DPR è in una fase di stallo dopo numerosi solleciti ai quali non è seguita una risposta soddisfacente affinché ció potesse accadere nell´immediato. Riteniamo indispensabile procedere con l’approvazione e la firma del nuovo regolamento, per valorizzare e rendere efficiente, soprattutto, la componente volontaria che opera nei distaccamenti volontari consentendogli anche di svolgere un regolare e piú omogeneo addestramento e riportare quella richiamata in maniera discontinua al suo originario utilizzo, ovvero, “nei casi di gravi calamitá”. Il nuovo regolamento consentirebbe al personale volontario idoneo al corso iniziale ed a quello giá in servizio, di vedersi riconosciute d´ufficio le certificazioni di rischio elevato, utili anche al collocamento in quelle ditte private che operano nel settore di vigilanza antincendio, e finalmente, valorizzare la professionalitá acquisita nel tempo, cosa che ad oggi non avviene in quanto non prevista dall´attuale regolamento, piuttosto inusuale come situazione visto che è proprio il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco a rilasciare le suddette abilitazioni. Ricordiamo che una revisione del regolamento consentirebbe di ottenere anche una razionalizzazione della spesa, considerando che, un volontario che opera in un distaccamento volontario percepisce una retribuzione giornaliera ai fini pensionistici calcolato su un´imponibile di 47,68€ virtuali anche dopo solo 10 minuti di intervento!!!!!, senza contare che un graduato volontario, detto Capo squadra Volontario, puó coordinare un vigile del fuoco professionista, ricordando che il suddetto personale non professionista ottiene tale qualifica dopo un piccolo corso da 120 ore, mentre per un Capo squadra Permanente occorrono 20 anni di servizio. Situazioni analoghe accadono anche con i Funzionari Volontari, figure di discutibile utilità dato che non sono utilizzabili nelle squadre di soccorso tecnico urgente (se non attivati dal Comandante Provinciale), figura per la quale occorrono anni e anni di esperienza prima di essere ricoperte dal personale professionista. Ricordiamo che una riforma ben fatta, porta ad una migliore gestione delle risorse, ricordando che il personale volontario puó possedere anche una regolare posizione lavorativa, e sarebbe opportuno che fosse il datore di lavoro a ricevere il compenso diretto, visto che è lo stesso a “liberare” il soggetto permettendogli di prestare il servizio, cosa che allo stato attuale purtroppo non avviene, e di cui ne gioverebbe senza dubbio il Corpo Nazionale tutto. I volontari all´interno del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco sono una risorsa preziosissima, a patto che vengano regolamentati a dovere, cosa che la riforma del DPR76 in itinere, puó essere, finalmente, un primo importante passo, in caso contrario si verrebbe a creare una sorta di “esercito parallelo” di volontari al personale professionista, in quanto è bene ricordare che un Vigile del Fuoco permanente deve svolgere un corso d´ingresso di 6 mesi, dividendosi tra le Scuole Centrali Antincendio di Roma Capannelle e la Scuola di Formazione Operativa presso il polo di Montelibretti, mentre ad un volontario occorrono 120 ore di corso presso il Comando provinciale piú vicino alla propria residenza. L´attivitá di soccorso tecnico urgente è una mansione estremamente delicata e che richiede una preparazione elevata, quindi è bene riflettere analogamente che non è il caso di arrivare “a farsi operare da colui che il chirurgo lo fá nel tempo libero”.
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