Alla fine di gennaio abbiamo ricevuto una lettera dalla Regione Lazio firmata dalla Dirigente dell’Area Sistemi Naturali, la gentilissima Signora Ersilia Maffeo. La lettera faceva riferimento a una Delibera della Giunta Regionale che è lunga la bellezza (o la bruttezza) di ben 313 pagine fitte fitte. La Delibera è intitolata “Preadozione delle misure di conservazione finalizzate alla designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC)”.
Ci venivano dati 60 giorni per rispondere e fare le nostre osservazioni. La cosa ci ha subito allarmato già dal titolo e poi, leggendo bene il testo, da pagina 159 a pagina 171 si fa esplicito riferimento alle “Isole di Palmarola e Zannone” e alle misure che la Regione si propone di prendere, una volta conclusa la consultazione e valutate le obiezioni. In due parole, queste nuove misure sono un ulteriore rafforzamento di quelle già in essere a seguito delle direttive dell’Unione Europea e in particolare di quella denominata “Natura 2000”.
E cioè nuovi vincoli, nuove limitazioni, nuove interdizioni. Il Comune ha studiato bene le carte e ha risposto ufficialmente il 12 marzo, tre giorni prima la scadenza dei termini. La risposta del Comune è molto chiara. C’è una parte più “politica” dove si contestano le inadempienze della Regione e del Parco del Circeo per le isole di Palmarola e Zannone. E cioè il terribile vuoto di iniziative e di azioni concrete per la conservazione e la valorizzazione delle due isole. Eppure erano stati posti i vincoli proprio nell’obiettivo e con l’intento di conservarle e valorizzarle.
C’è poi una parte più “puntuale” e anche più tecnica, con il netto rifiuto di alcune misure, con l’accoglimento di altre e con la contestazione del velleitarismo di alcune, che costituirebbero un rimedio peggiore del danno. Ciò che viene soprattutto contestato è il “copia incolla” di idee, vincoli, limitazioni, editti e ukase predisposti e calati dall’alto da chi non ha un radicamento e forse neppure una conoscenza del territorio di Palmarola e Zannone. Infine c’è una formale richiesta che la Regione attivi un tavolo di incontro con il Comune, finalizzato alla discussione e condivisione delle eventuali misure di conservazione.
Come si vede è un percorso totalmente diverso da quello seguito dalle Amministrazioni del passato, quando non c’era la trasparenza degli atti e quando si usava non protocollare e chiudere nel cassetto documenti che si capiva essere dannosi per Ponza, ma che i ponzesi non dovevano in alcun modo conoscere. Il silenzio è come una siepe che protegge la tranquillità del Monarca. Ma è proprio sotto il velo del silenzio che si nasconde l’ignoranza del Re.
Le proposte della Regione e le risposte del Comune sono entrambi pubbliche sul sito del Comune, in evidenza e non nascoste. La loro lettura vi farà comprendere come la pensiamo, come agiamo, cosa vogliamo, cosa non vogliamo.
fonte: comunicato stampa
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