Ci siamo spesso occupati per motivi di ricerca della Villa di San Remigio a Formia. E’ un piccolo gioiello architettonico conosciuta anche per la presenza dell’antica Chiesa di San Remigio, che da il nome alla Villa, alla fontana romana ed a tutto il quartiere. La Villa è stata nei secoli dimora degli Albito Piccolomini (pure sepolti nella Chiesa), dei Gattola (già Baroni di San Barbato e Duchi di Roscigno e Sacco) ed oggi dei Patroni Griffi, Conti di Calvi, discendenti ed eredi delle famiglie precedenti.
Originariamente la Villa fu però costruita dalla famiglia Patrizi di Napoli. Rimase di loro proprietà sino a che, indebitati, furono costretti, non senza cause decennali, a cedere la Villa in compensazione dei loro debiti al Cav. Filippo Albito Piccolomini. Curò questo passaggio l’allora curatore fallimentare, il celebre Principe di Caposele, Carlo Lignì, proprietario invece della Villa detta di Cicerone.
I Marchesi Patrizi erano gli stessi che costruirono a Napoli l’omonima Villa Patrizi, famosa per essere l’unica villa settecentesca a conservare oggi un piccolo teatro di palazzo.
La novità, assolutamente non conosciuta neanche dai proprietari, è che la Villa di Formia fu nel 1783-85 edificata a firma del grande Architetto Pompeo Schiantarelli, allievo del Vanvitelli e discepolo del Fuga. Seguì la progettazione e costruzione della Villa nel periodo di suo maggiore splendore e fama. Cioè nel periodo in cui lavorò al progetto del Museo archeologico nazionale di Napoli, ed al restauro della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Fu scelto dai Patrizi, in definitiva, proprio perché risultava essere a Napoli l’architetto di maggior successo, e non fu facile convincerlo a lavorare a Formia contestualmente al lavoro della Cappella di San Gennaro.
Molti gli altri progetti celebri firmati dallo Schiantarelli, come: Villa Lauro Lancellotti a Portici, la Chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, il convento di San Francesco di Paola a porta Capuana ed a Napoli, Palazzo Lieto detto addirittura Palazzo dello Schiantarelli. E’ qui presente un cartello, di quelli di informazione turistica, che ne attribuisce il lavoro, tanto per dimostrare quanto la sua firma sia rilevante a livello storico e architettonico.
La Villa di Formia ha, in una rilettura a posteriori, molti dei tratti e degli spunti architettonici del Museo Archeologico e di Villa Patrizi a Napoli, regalandole un valore storico architettonico finora impensabile.
Daniele Elpidio Iadicicco
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