“Voto di scambio”: Iniziato il semestre ad alto rischio

Eccoli finalmente, i vecchi e i nuovi candidati a sindaco, che con l’avvicinarsi delle amministrative 2017 è sempre più frequente notarli tra la gente, anche sotto la pioggia e durante le bufere di neve. Eppure, molti di loro non si vedevano in piazza neanche in estate, alcuni addirittura sconosciuti alle masse. Non parliamo poi durante le proteste per i diritti dei cittadini, dove manifestavano solo gli Attivisti del Movimento 5 Stelle e i ragazzi di Rifondazione, assieme (tra l’altro) a pochissimi cittadini, se pur direttamente interessati, ricordiamoci della protesta contro gli aumenti delle tariffe Ta.Ri., dell’Acqua, contro il Multipiano milionario, e contro la chiusura del Primo Intervento (poche decine in tutto). E più di tutti, il sindaco in carica, più in scena e più sceneggiate di Pulcinella dei fratelli Mercurio.

C37BCCC0-AD09-4798-B8B6-5A643EB07BC7-9724-000005DC79738230_tmpEcheggiano preoccupanti le promesse di favori, permessi, posti di lavoro e ormeggi. Falsità, ovviamente, punibili dalla legge ugualmente come anche se non lo fossero. Questo, probabilmente, molte delle “vittime” dell’inganno non lo sanno, come non sanno che questo sistema, ossia questo reato, si chiama voto di scambio, aggravato dalla l’art. 416 ter del codice penale, nei casi di voto di scambio politico mafioso, legge approvata nell’aprile 2014.

Purtroppo, il costume del tutto “italico” di promettere, ancora, l’assunzione dietro scambio del voto elettorale, specie agli appuntamenti delle elezioni amministrative, è severamente bacchettata dai giudici con l’applicazione della condanna penale.

Il 416 TER, modificato dal ddl 948-B/2014 punisce coloro che, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione dal voto, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di indennità pecuniaria data all’elettore per spese di viaggio o di soggiorno o di pagamento di cibi e bevande o rimunerazione sotto pretesto di spese o servizi elettorali. La pena va dai 4 ai 10 anni di reclusione, e si applica anche all’elettore che, per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità.”

Quindi, secondo la giurisprudenza, il reato scatta (tanto per il politico quanto per l’elettore) anche se poi la promessa non viene rispettata, per qualsiasi ragione, e il cittadino non ottiene il posto di lavoro. Insomma, basta il semplice fatto di “essersi impegnati” a far assumere l’elettore o a procurargli qualsiasi altro tipo di utilità.

Il voto clientelare, del resto, è una pratica vietata non solo dalla legge, quanto dal costume. Secondo il Vocabolario Treccani esso consiste nel “seguito che esponenti politici si formano attraverso protezioni e favori di vario genere, concessi in cambio dell’appoggio alle elezioni”.

Eppure restano tanti i cittadini coinvolti, come schegge in questo periodo preelettorale, li vedi fare cose stranissime, come ad esempio quei tizi che sui social postavano il loro gatto o il piatto del giorno, poi all’improvviso spam di “determine” e “ordinanze” comunali (probabilmente senza sapere neanche cosa sono).

Noi vorremmo sensibilizzare maggiormente la coscienza di ogni cittadino di Gaeta, anche di quei coraggiosi che, se pur coinvolti nel voto di scambio, commettendo il reato, sono così sicuri che poi non accadrà nulla. E sono tra coloro che si lamentano sempre, perché vorrebbero cambiare il sistema, il Paese. Evidentemente, tutti vogliono cambiare l’Italia, ma nessuno prima vuol cambiar sé stesso.

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